Gli animali, il Fosso Reale e i costi I problemi, le possibili soluzioni
Restano le 60 prescrizioni di cui la società che gestisce lo scalo dovrà tener conto nel masterplan
La buona notizia, per i favorevoli alla nuova pista dell’aeroporto, è che ormai la procedura per il nuovo progetto dell’aeroporto di Firenze è in dirittura d’arrivo, con tempi dichiarati e molto più precisi rispetto a prima. E infatti Toscana Aeroporti registra con entusiasmo l’approvazione del parere da parte della Commissione per la Valutazione di impatto ambientale.
Ma avrà davvero bisogno di entusiasmo: perché la notizia meno buona, per i favorevoli allo scalo, è che tutte e 60 le prescrizioni (con pure 84 sub prescrizioni), parti delle quali contestate dalla società, fanno parte del documento su cui valutare il progetto esecutivo che Toscana Aeroporti porterà in Conferenza dei servizi a inizio febbraio.
Le cose da cambiare
Delle 60 prescrizioni, solo alcune possono interagire davvero sulla fattibilità o meno del progetto: non dal punto di vista ingegneristico — perché le soluzioni si trovano — ma su quello dei costi. Già nei documenti preparatori al parere della Via, la cifra indicata da Toscana Aeroporti era di 330 milioni di euro, salita poi a circa 400 (di cui 50 già finanziati dal governo, altri 100 sono stati promessi). Una bella cifra ma ancora al netto delle prescrizioni indicate dalla Commissione Via. Un saldo da verificare al termine della Conferenza dei servizi. D’altra parte, lo stesso Marco Carrai, presidente di Toscana Aeroporti, ha dichiarato: «Nessuno investe in un’opera anti economica». Ma cosa dicono le prescrizioni contenute nel documento di 215 pagine, ora sottoposto alla firma dei ministeri dell’Ambiente e dei Beni culturali ed anticipato dal Corriere Fiorentino lo scorso dicembre?
Una procedura precisa
Il primo punto fermo è che tutta la querelle sugli effetti del no arrivato dal Tar alla variante al Pit sull’aeroporto si può fermostrare qua: i dubbi che avevano portato all’annullamento di parte della Vas approvata dalla Regione «hanno trovato trattazione e analisi» da parte delle proposte arrivate da Toscana Aeroporti. Più pesanti invece le richieste sul fronte ambientale. Che incidono sui tempi dei cantieri.
Prima la fauna
Sono 4 le aree naturali compensative richieste dalla Via per sopperire a quelle cancellate dai lavori necessari per la nuova pista parallela: verranno costruite a Il Piano, il Prataccio, Santa Croce e Mollaia (tra Signa e Lastra). Un lavoro che è uno spartiacque: prima Toscana Aeroporti dovrà disità, che le zone umide si sono sviluppate e possono accogliere la fauna e gli uccelli delle precedenti oasi «cancellate», poi si potrà procedere con gli altri lavori e lo spostamento della pista. E se durante la creazione delle nuove oasi qualcosa non funziona, si dovranno portare correzioni.
La sicurezza
La Commissione chiede particolare attenzione sul fronte della sicurezza e degli incidenti aerei, con uno studio commissionato ad un soggetto esterno (fatto questo che ha irritato non poco Enac, che è l’ente nazionale preposto a questo) ed anche ad alcune situazioni puntuali di pericolomare come la presenza di stabilimenti a rischio per le tipologie di produzione. Occorrono approfondimenti maggiori sulle terre di scavo. Ma il vero nodo su cui si gioca tutto il progetto è lo spostamento del Fosso Reale.
Il nodo centrale
Il Fosso deve essere ricostruito nella parte che passa oggi nell’area dove cadrà la pista parallela. Spostarlo a ovest significa passare sotto il raccordo dell’A11 in un altro luogo rispetto all’attuale, con una «luce», cioè una distanza dal «tetto» dell’autostrada, più bassa, di soli 1,70 metri, mentre dovrebbe essere tre volte tanto — come è infatti nell’attuale passaggio sotto l’A11. Un problema che «il proponente dovrà risolvere», si legge nella prescrizione numero 29.
C’è già un progetto, studiato assieme all’Autorità di bacino e al Consorzio di bonifica: oltre a tre nuove vasche di laminazione ed al nuovo tracciato, verrà creato un canale (risagomato in pendenza) lungo l’autostrada, in direzione del vecchio passaggio del fosso Reale: con sistemi di pompe e un apparato che, secondo i tecnici di Toscana Aeroporti, mette in sicurezza tutta quella zona fino alla cosiddetta «piena duecentennale».
Prima e dopo
Ci sono poi tutte le numerose (ma tipiche) prescrizioni per la gestione di tutti i cantieri, con l’indicazioni dei vari enti preposti alla verifica delle stesse.
E verrà costituito un Osservatorio ambientale, sulla falsariga di quello per l’Alta velocità. Con anche il compito, in caso di sforamento delle emissioni di polveri fini e finissime (Pm10 e Pm2,5) prima, durante, dopo i cantieri e ad aeroporto attivo, di individuare «possibili azioni per ridurre le emissioni di inquinanti». Tra le varie ipotesi, anche ridurre i limiti di velocità sull’A11.