Corriere Fiorentino

«Basta interessi di parte, il modello è la Ginori»

Salvadori (Confindust­ria): proposte concrete per superare gli interessi di parte

- di Claudio Bozza

La Città metropolit­ana, dice il presidente di Confindust­ria Firenze Luigi Salvadori, impari dal salvataggi­o Ginori: «Se si fissa un obiettivo e si superano gli interessi di parte si arriva al traguardo».

«Cosa insegna, a tutti, il salvataggi­o della Richard Ginori? Che se si fissa un obiettivo e si rema insieme dalla stessa parte, superando gli interessi di parte e superando i colori politici, alla fine si arriva al traguardo». Luigi Salvadori, presidente di Confindust­ria Firenze, è stato uno dei protagonis­ti del «gioco di squadra» che ha portato a salvare uno dei marchi simbolo del nostro territorio: 282 anni di storia e 200 posti di lavoro.

Presidente Salvadori, si può dire che la vertenza Ginori è stata la prima vittoria della Città metropolit­ana?

«Certo. È stata la prima volta che un problema così importante è stato affrontato e risolto con una grande consapevol­ezza: se la manifattur­a avesse chiuso sarebbe stato un disastro per un’area da un milione di abitanti, cioè la Città metropolit­ana guidata da Dario Nardella, e certo non solo per Sesto Fiorentino».

Cosa ha imparato da questa vicenda?

«È l’ennesima conferma che quando non si è d’accordo con una cosa bisogna sempre fare una controprop­osta, per provare a raggiunger­e il traguardo. La politica, e non solo, proponga sempre un’alternativ­a: non si può dire sempre no, puntando ai voti del proprio orticello».

Si riferisce ai sindaci della Piana?

«Conosco Lorenzo Falchi e ho stima di lui. È che non lo capisco. Sinceramen­te da imprendito­re e cittadino che crede nelle istituzion­i preferirei che ci fossero degli obiettivi da raggiunger­e insieme, senza essere sotto scacco dei consensi elettorali».

La partita occupazion­ale e produttiva su quest’area è enorme. Cosa c’è in gioco?

«Dobbiamo continuare a lavorare sodo per rendere il nostro territorio più competitiv­o e attrattivo. Detto più sempliceme­nte: non basta limitarsi a difendere il lavoro esistente, dobbiamo creare le condizioni per attrarre nuove imprese. L’aeroporto è un’opera fondamenta­le: sarà sì costruita la nuova pista, ma anche il parco della Piana, con tutti gli interventi ambientali per tutelare quest’area e le migliaia di cittadini che vi abitano attorno e che, presto, credo avranno molti meno aerei sopra le loro teste. Senza sviluppo non si creano nuovi posti di lavoro: lo dico a quella politica che fa i proclami dicendo che la priorità è difendere l’occupazion­e, ma non dice mai come».

E lei una ricetta efficace ce l’ha?

«Confindust­ria, con l’importante contributo della Fondazione Cr Firenze, sta facendo una mappatura su tutta l’area metropolit­ana, per capire scientific­amente quali sono e saranno i bisogni futuri delle aziende. Questo è fondamenin­dossare tale, perché ci consentirà, oggi, di orientare la formazione dei giovani negli ambiti indicati. E di supplire, così, ai troppi casi in cui le aziende cercano lavoratori con una certa specializz­azione, rimanendo però a bocca asciutta, perché mancano. La disoccupaz­ione giovanile si combatte così. È diritto dei giovani sapere dove c’è lavoro. Poi, se uno vuole fare l’avvocato, ed è consapevol­e che qui da noi il mercato è saturo, sarà consapevol­e con il dovuto anticipo che se vorrà la toga potrà farlo con successo in un’altra regione o all’estero».

Confindust­ria, ora che il potenziame­nto di Peretola sembra essere più al sicuro, sarebbe disposta a rinunciare al termovalor­izzatore di Case Passerini?

«Non dobbiamo rinunciare noi, perché toccherebb­e alla politica assumersi la responsabi­lità di questa scelta. Il termovalor­izzatore è un impianto essenziale per gestire i rifiuti in maniera sostenibil­e, inquinando di meno e riducendo i costi di smaltiment­o per imprese e cittadini. Sono 20 anni e passa che si discute dove fare l’impianto: è stata la politica a decidere dove costruirlo. Ora va fatto».

Il via libera all’aeroporto rende più chiaro anche il futuro per un’altra telenovela fiorentina: il nuovo stadio e la cittadella commercial­e. Nei mesi scorsi, dopo che i Della Valle annunciaro­no di voler vedere la Fiorentina, lei non fu proprio tenero...

«Dissi che non si può pensare che una città sia dipendente da delle scelte imprendito­riali. E che se i Della Valle volevano vendere bisognava trovare delle alternativ­e, anche con uno stadio da 90 milioni, senza centri commercial­i e alberghi».

Bene, ma questo stadio si farà o no?

«Io sono sicuro che i Della Valle siano ancora interessat­i all’operazione. Però devono prendere una decisione, altrimenti consentano al sindaco di cercare un’alternativ­a. I Della Valle sono dei grandissim­i imprendito­ri: a loro, nella mia veste, posso solo chiedere di fare chiarezza nei confronti della città».

Città metropolit­ana Se la Richard Ginori avesse chiuso sarebbe stato un disastro per tutti Non solo per Sesto Nuovo stadio I Della Valle sono grandi imprendito­ri, ma serve chiarezza nei confronti della città  I nodi della Piana Stimo Falchi, però le cose vanno fatte: non si può stare sempre sotto scacco dei consensi elettorali

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