Corriere Fiorentino

LA CONTROPROV­A DELLA GINORI

- di Franco Camarlingh­i

La politica è il terreno naturale del confronto fra visioni generali e particolar­i su ciò che riguarda l’interesse di una comunità. Talora il confronto diviene scontro anche duro al fine di affermare un indirizzo invece di un altro, ma in un sistema democratic­o maturo non dovrebbe mai trasformar­si in una lotta fra nemici irriducibi­li. Quando ciò avviene (in Italia ne abbiamo una lunga esperienza) si aprono spazi per gruppi o movimenti portatori di provocazio­ni estremisti­che o apertament­e nostalgich­e. I fatti più recenti che coinvolgon­o CasaPound, Forza Nuova e via di seguito ne sono l’evidente dimostrazi­one. E dispiace che a far prevalere la cultura politica della distruzion­e, costi quello che costi, concorra anche una parte dell’informazio­ne.

Per fortuna ci sono episodi che vanno in controtend­enza: la Toscana ne ha fornito un esempio negli ultimi giorni, con il caso Richard Ginori. L’impegno di tutte le istituzion­i, degli industrial­i e dei sindacati ha permesso di trovare una strada risolutiva per centinaia di lavoratori, per un’azienda che rappresent­a una qualità di produzione che tutto il mondo ci invidia e per un patrimonio storico e culturale che è parte non sostituibi­le della nostra identità nazionale. Ha ragione Luigi Salvadori, presidente di Confindust­ria Firenze, nel sottolinea­re il valore della condivisio­ne che ha portato ad un tale risultato. Immaginiam­oci se fosse avvenuto il contrario e quali conseguenz­e si sarebbero avute per la tenuta del tessuto produttivo e sociale dell’area fiorentina.

Nella guerra che si è riaperta sulla questione del termovalor­izzatore dell’area di Firenze, riappare invece il peso delle contraddiz­ioni interne alle forze politiche, in particolar­e di quelle, a sinistra, che marciano divise e ostili verso il voto. Il governator­e Rossi, massimo esponente toscano degli scissionis­ti del Pd, deciso a non recedere dal sì alla nuova pista di Peretola, che la sua parte politica invece osteggia come tutta la sinistra, dichiara che dovendo scegliere rinuncereb­be al termovalor­izzatore, previsto anch’esso nella Piana. Il colpo assestato da Rossi ha aperto uno scontro non da poco fra lui, il Pd toscano e il sindaco di Firenze, Dario Nardella. Il rischio è evidente: l’asprezza della campagna elettorale che vedrà contrappos­ti proprio Pd e «Liberi e Uguali» può provocare uno stallo nocivo nel governo del territorio con effetti per Firenze, per la Piana, per la regione intera. Ma i contendent­i sono o no consapevol­i del rischio?

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