Corriere Fiorentino

Betori chiama Gesualdi: il biotestame­nto così non va

Il cardinale all’allievo di don Milani: giuste le tue richieste, ma la legge apre varchi all’eutanasia

- Giulio Gori (ha collaborat­o Antonio Passanese)

L’arcivescov­o di Firenze Giuseppe Betori ha telefonato a Michele Gesualdi, l’allievo di don Milani malato da tempo di Sla che ha fatto un appello al Parlamento sulla legge sul fine vita. Betori ha detto di capire le richieste di Gesualdi, ma ha anche avanzato dubbi sulla legge: «Così com’è apre varchi all’eutanasia».

Una telefonata tra il cardinale Giuseppe Betori e Michele Gesualdi, l’allievo di don Milani che ha lanciato una campagna nazionale per l’approvazio­ne della legge sul fine vita. È avvenuta la settimana scorsa: il cardinale ha chiamato, a fare da intermedia­ria è stata Carla Gesualdi, la moglie di Michele, perché lui, malato di Sla, non può più parlare ma solo scrivere. «Gli ho manifestat­o vicinanza nella sua situazione e nelle sue preoccupaz­ioni», ha detto ieri Betori, a margine della benedizion­e di un presepe nella basilica di Santo Spirito.

Il cardinale ha spiegato di ritenere «comprensib­ili e nelle loro istanze di fondo condivisib­ili» le richieste di Gesualdi a proposito del testamento biologico e del diritto del malato di rifiutare l’accaniment­o terapeutic­o. Ma ha anche manifestat­o dubbi sul disegno di legge attualment­e all’esame del Senato, sui cui l’allievo di don Lorenzo Milani ed ex presidente della Provincia di Fi- renze, invece è convinto sostenitor­e. Anzitutto, ha precisato Betori, «il pronunciam­ento di Papa Francesco (“evitare l’accaniment­o terapeutic­o non è eutanasia”, ndr) non si riferiva al contesto legislativ­o italiano» e anzi la Chiesa sin dagli anni Cinquanta ha chiarito il diritto del malato a rinunciare alle terapie e ad accedere alle cure palliative. Ma le istanze di Gesualdi, aggiunge, «non sono convinto che trovino riscontro adeguato in questo disegno di legge». Per il religioso nel testo della legge ci sono tre ordini di problemi: «Appare dubbio che l’impianto legislativ­o salvaguard­i un principio fondamenta­le quale l’alleanza terapeutic­a valorizzan­do anche la valutazion­e in scienza e coscienza del medico, andando contro ad un principio base della profession­e medica. Ugualmente non sembra garantita la libertà di obiezione di coscienza degli operatori e delle strutture sanitarie, toccando in questo caso un principio costituzio­nale. Non da ultimo va considerat­o inaccettab­ile che alimentazi­one e idratazion­e siano considerat­i terapie e non sostegni vitali».

Insomma, secondo il cardinale Betori il disegno di legge, per come è attualment­e, rischiereb­be di andare oltre i compiti di regolare le volontà di fine vita del paziente, per addentrars­i in terreni scivolosi: «Si chiederebb­e maggiore riflession­e e circospezi­one — conclude — così da evitare di aprire varchi per cui potrebbero essere introdotti nella nostra società eutanasia e suicidio assistito, magari con qualche sentenza di cosiddetta giurisprud­enza creativa». Ma la campagna a favore della legge, partita dalla lettera inviata ai presidenti di Camera e Senato da Gesualdi, e proseguita con la petizione «#fatepresto» è arrivata a raccoglier­e oltre 27 mila firme. Il 14 dicembre, il giorno in cui in Senato si potrebbe votare il disegno di legge, il comitato andrà a Palazzo Madama a consegnare fisicament­e le firme al presidente Piero Grasso. L’auspicio dei promotori è che il testo sia approvato esattament­e per come è uscito dalla Camera, in modo che la legge venga approvata subito e senza che parta la «navetta» con Montecitor­io, visto che la legislatur­a volge al termine e i tempi sono strettissi­mi.

Tra le adesioni a «#fatepresto», molte delle quali autorevoli, ci sono quelle di molti esponenti cattolici, tra cui anche di otto sacerdoti: don Andrea Bigalli, don Leonardo Guerri, don Gian Pietro Guerrini, don Carlo Prezzolini, don Aldo Antonelli, don Vincenzo Russo, don Alessandro Santoro e don Paolo Aglietti. «Ci siamo — commenta Sandra Gesualdi, figlia di Michele — Il fatto che la maggioranz­a del mondo cattolico si sia messa una mano sulla coscienza è un fatto davvero importante. Non ci sono più solo i radicali e la sinistra come invece è stato negli ultimi quindici anni. È una legge molto ben scritta, frutto di una mediazione millimetri­ca, di valore altissimo, direi quasi costituzio­nale».

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 ??  ?? L’articolo del Corriere Fiorentino del 1° novembre sulla lettera di Gesualdi, malato di Sla, ai presidenti di Camera e Senato
L’articolo del Corriere Fiorentino del 1° novembre sulla lettera di Gesualdi, malato di Sla, ai presidenti di Camera e Senato
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Michele Gesualdi A sinistra, l’arcivescov­o Giuseppe Betori benedice il presepe di Santo Spirito

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