«No, il problema è che gli italiani non fanno squadra»
«Capisco la mobilitazione, ma il vero problema è che in Parlamento europeo noi italiani non facciamo squadra», dice Alessandra Mussolini, eurodeputata di Forza Italia.
Mussolini, i tagli ai fondi di coesione sono già stati decisi? Condivide la mobilitazione lanciata dal presidente Enrico Rossi? «Il vero problema è che la proposta del nuovo bilancio arriverà, già in gran parte determinata, dalla Commissione: con tutto quello che sta perdendo l’italia per l’immigrazione — e al netto del fatto che i fondi europei in Italia vengono usati poco o male — comprendo e capisco la mobilitazione. Dobbiamo considerare anche che questa è una programmazione a 7 anni: stiamo affrontando tante emergenze, altre ne verranno fuori. Un esempio: temo che la posizione di Trump su Gerusalemme avrà ripercussioni su nuovi sbarchi e immigrazioni».
D’altra parte, siamo la frontiera d’Europa. «Anche con la globalizzazione tutto è cominciato qua. Siamo già meno tutelati dal punto di vista fisico. E nell’Europarlamento i nostri parlamentari contano poco, fin dal numero».
Ha ragione il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, che dice che i nostri eurodeputati si occupano dei loro collegi e non di Bruxelles? «Bravo Tajani, ma i collegi sono una conseguenza: siamo 73 deputati non uniti. Non ci si guarda in faccia, non si fa squadra. Sono tutti tedeschi quelli che contano. Speriamo che Tajani e i governatori facciano fronte comune. E poi, prima delle elezioni, l’Europa si mobilita e fa qualche piacere diplomatico — dall’Austria alla Francia —, speriamo che lo facciano pure a noi. Invece di mobilitazione antifasciste, quelli di sinistra facessero mobilitazioni anti-tagli».
Siamo 73 deputati e non ci guardiamo neanche in faccia... Quelli che contano sono tutti tedeschi