«Buona idea la protesta pubblica, ora siamo latitanti»
«La situazione è grave, bisognerà far sentire la voce dei territori. Però da parte di chi ha sempre detto sì alle politiche economiche europee, le proteste suonano come lacrime di coccodrillo». A dirlo è Mario Borghezio, europarlamentare della Lega Nord.
Borghezio, il Fondo di coesione sociale è a rischio. Le conseguenze potrebbero essere gravi? «Ci sono preoccupazioni molto forti: ci saranno tagli notevoli per le imprese, ma anche per l’agricoltura. La scure cadrà soprattutto sul Sud Italia. Un po’ incide la crisi finanziaria, un po’ la Brexit, ma era tutto prevedibile: c’è stata una difesa molto debole degli interessi italiani da parte del nostro governo, preoccupato com’era di ottenere gli agreement sul debito».
Il governatore toscano Enrico Rossi lancia la proposta di una manifestazione a Bruxelles. È d’accordo? «Qualcosa bisognerà fare. Ma a sinistra devono spiegare come si possono sostenere le politiche europee e poi organizzare manifestazioni contro. Il mio timore è che ora possa essere introdotta una forte tassa europea».
In epoca di anti-politica molti si chiedono se gli europarlamentari lavorino. Il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani dice che i deputati italiani pensano poco a Bruxelles e molto ai loro collegi. Lei? «Io sono a Bruxelles o a Strasburgo tutte le settimane dal lunedì al giovedì. E ho imparato che se vuoi contare devi essere presente. Purtroppo i deputati italiani sono tra i più latitanti. Io ad esempio sono diventato uno dei principali interlocutori delle delegazioni di Stato dei Paesi arabi. Evidentemente non hanno trovato di meglio».
Purtroppo c’è stata una difesa molto debole dei nostri interessi da parte del governo di sinistra