Sant’Ambrogio, chiusa la pizzeria che inquinava col fumo
I titolari hanno ignorati gli inviti del Comune a mettere a norma la ciminiera. Esultano i residenti
Dopo cinque anni di appelli inascoltati, di esposti, di petizioni, sopralluoghi da parte dei vigili del fuoco e della Asl e anche dopo le tante denunce del Corriere Fiorentino, la polizia municipale due giorni fa ha messo i sigilli al ristorante pizzeria di piazza Ghiberti il cui camino liberava una densa nube di fumo nero che oltre a rendere l’aria irrespirabile per le altre concentrazioni di monossido, entrava nelle abitazioni di chi vive lì attorno. Il proprietario del locale, fa sapere Palazzo Vecchio, è stato più volte avvisato del fatto che la sua canna fumaria non fosse in regola «ma ha sempre ignorato gli avvertimenti». Fino a quando la polizia amministrativa non ha deciso di intervenire in modo energico disponendo la chiusura dell’attività. Per riaprire il locale e riprendere a cucinare i piatti del menù, il proprietario — che spegneva il camino durante i controlli per poi riaccenderlo non appena gli agenti erano andati via — non dovrà fare altro che eseguire i lavori alla canna fumaria in modo da mettersi in regola con la normativa.
Era stato chi abita attorno al ristorante a lamentarsi dell’odore fastidioso di carne bruciata che entrava direttamente dalle loro finestre, visto che la canna fumaria, a servizio di un braciere, si trova proprio all’altezza delle abitazioni. Molti residenti di piazza Ghiberti e di via dell’Agnolo (con affaccio sul mercato di Sant’Ambrogio) erano costretti a vivere tappati in casa per paura di respirare quel fumo denso. Come la famiglia del piccolo Ale, due anni, a cui la fuliggine ogni giorni gli colorava di nero le gambe, i suoi peluche e tutti gli altri giochi della sua stanzetta.
Sempre due giorni fa gli agenti dell’amministrativa hanno notificato anche sette provvedimenti di sospensione ai gestori di altrettanti minimarket del centro storico che nei mesi scorsi erano stati sanzionati con verbali da 1000 euro perché beccati a vendere alcolici oltre le 21 e quindi oltre l’orario consentito.
L’operazione Sigilli anche a sette minimarket che vendevano alcol dopo l’orario consentito