ChiantiBanca, l’ora della verità Si vota: con Roma o Trento?
Oggi i 27 mila soci in assemblea dopo settimane di battaglia interna
A maggio scorso accorsero in tremila all’Obihall di Firenze — e alla fine, a sorpresa, Lorenzo Bini Smaghi fu bocciato per una nuova presidenza dal 54% dei votanti — e anche oggi sarà un’assemblea tesa. I soci di ChiantiBanca sono chiamati, in assemblea ordinaria, a votare sull’informativa del consiglio di amministrazione che ha ribaltato la decisione di aderire alla holding trentina di Cassa Centrale Ccb, in favore della romana Iccrea. Decisione duramente contestata da alcuni soci, riunitisi nell’associazione «Per una banca in terra Toscana» che vuole mantenere l’adesione a Cassa Centrale già votata da due volte dai soci.
L’assemblea ordinaria di ChiantiBanca si aprirà stamani al Mandela Forum e, dopo la relazione del presidente Cristiano Iacopozzi, sarà il direttore generale Mauro Focardi Olmi a illustrare i numeri che hanno spinto il management a scegliere Iccrea. Il prestito subordinato di Ccb da 20 milioni concesso a ChiantiBanca è uno dei motivi al centro dello scontro. Secondo l’Associazione «Per una banca in terra Toscana», presieduta da Luciano Borri, ChiantiBanca non può abbandonare Trento, se non dietro il pagamento di forti penali. Ipotesi che non esiste, assicurano invece i soci che appoggiano la scelta del gruppo romano Iccrea. Il presidente Iacopozzi ha spedito lettere a soci e dipendenti, assicurando il rafforzamento dei posti di lavoro, per spiegare che la scelta di Roma è l’unica strada non solo per ChiantiBanca ma anche per l’unità del credito cooperativo messa in dubbio, dice, da Ccb che guarda alla Borsa. Da Trento, Ccb ha detto più volte che i patti vanno rispettati e che «tutelerà i propri diritti in tutte le sedi, eventuali danni compresi». Il voto di oggi insomma non chiuderà la vicenda, anche perché Bankitalia ha chiesto un’assemblea straordinaria per aderire alla holding.
Sul clima dell’assemblea il presidente della banca di San Casciano spiega che «non possiamo pensare che il pensiero e le opinioni di 27 mila soci siano perfettamente in linea con il nostro: il bello della democrazia e della cooperazione sta nella libertà delle scelte». E aggiunge: «Crediamo di essere nel giusto per il bene della banca e della cooperazione, chi voterà Cassa Centrale avrà i suoi buoni motivi a pensarla diversamente. Nell’assemblea di dicembre 2016 fu votato “semplicemente” un mandato a trattare con Trento, senza alcun vincolo. Va detto anche che la votazione di maggio fu viziata da una grave irregolarità, che ha portato all’impugnazione della delibera da parte di alcuni soci; l’attuale Cda è in linea con quanto da sempre affermato, ovvero che Iccrea è il gruppo che offre le migliori garanzie per l’ulteriore sviluppo della banca». «E per quanto riguarda i risvolti legali — conclude Iacopozzi — dico solo che abbiamo pareri di autorevoli avvocati che ci danno pienamente conforto: i rischi di risarcimento sono assolutamente trascurabili».
Il presidente Iacopozzi: «Iccrea offre migliori garanzie I risacimenti? Un rischio trascurabile»