Corriere Fiorentino

Il dilemma dell’uomo in tuta Ripartire contro la sua Viola

Stanchezza e nervi: per il toscanacci­o Sarri è il momento più difficile

- Di Alessandro Bocci

L’uomo in tuta è atteso da un bizzarro incrocio con il destino. Per sopravvive­re e rilanciare con forza le ambiziosi del Napoli deve battere la squadra del suo cuore. Oggi Maurizio Sarri non ha scelta: dopo aver perso contro la Juve e mercoledì a Rotterdam con il Feyennord, può solo vincere con la Fiorentina. Il calcio a volte è crudele. Un conto è la passione e un conto la profession­e.

L’ex impiegato di banca è nato a Napoli ma è toscano d’adozione e se da bambino il colore azzurro era il preferito, una volta arrivato a Figline lo ha sostituito con quello viola. Il toscanacci­o senza peli sulla lingua la Fiorentina l’ha solo sfiorata. Corvino, suo grande estimatore, lo voleva già al Bologna e la scorsa primavera, quando era chiaro che Sousa non sarebbe rimasto, ha pure immaginato di poterlo prendere. Un’illusione. In futuro, vedremo. Sarri, prima o poi, allenerà al Campo di Marte. Oggi però la Fiorentina intende batterla. È vero che se c’è un momento buono per affrontare l’armata terribile partenopea, il momento è questo. Ma è anche vero che, sul piano tecnico, l’ex capolista è nettamente superiore in ogni reparto: ha la miglior difesa della serie A, un attacco capace di segnare alla strepitosa media di oltre due gol a partita, una fluidità e una velocità di gioco come nessun altra squadra italiana. Tanto che il mago Pep (Guardiola) lo prende spesso a esempio. Il Napoli non si è perso. Si è solo inceppato. Se non corre come sa fare di solito, questa squadra di marziani torna sulla terra. Una normalità che rende umana una squadra bellissima e imprendibi­le nata su presuppost­i diversi, vecchio stampo: duri allenament­i in montagna durante l’estate anziché le solite amichevoli milionarie e an- che un estenuante lavoro tattico sui movimenti da mandare a memoria. Poi, qualcosa si è incrinato. La stanchezza di qualche protagonis­ta ha preso il sopravvent­o. Nelle ultime dieci partite, Europa compresa, soltanto quattro volte Reina ha mantenuto la porta inviolata. E in attacco il cecchino Dries Mertens non segna da quattro partite di campionato, così come Callejon. Mentre Insigne, l’uomo migliore, ha saltato l’appuntamen­to di Rotterdam e non giocherà nemmeno oggi. Sarri, per la prima volta, si trova costretto a respingere le accuse, soprattutt­o quella di non attingere alla rosa. La partita con la Fiorentina è una specie di bivio: se il Napoli vince, riprende a volare e trova la spinta per rilanciare la sfida scudetto.

Per la Fiorentina uscire senza danni dal San Paolo sarebbe un passo importante sul piano dell’autostima prima ancora che su quello della classifica. Ma per riuscirci non dovrà sbagliare niente. Solo giocando con le linee corte, strette e mantenendo l’attenzione altissima per 95 minuti i viola potranno avere una chance. Lo spirito e la tattica devono essere quelli che hanno animato la banda Pioli a Roma con la Lazio. Il pareggio con i biancocele­sti insegna molto. Serve anche il coraggio di provare a colpire. E soprattutt­o la forza di tenere botta nei momenti bui in cui, spinti dalla rabbia più che dalla condizione atletica, gli azzurri faranno girare il pallone come una trottola. Al di là dei patemi di Sarri, non sarà facile.

Retroscena Corvino lo cercò per il dopo Sousa, ma De Laurentiis tenne duro e disse no

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