Corriere Fiorentino

Il minareto di fronte al campanile (e a due passi dall’Ipercoop)

Ecco l’area interessat­a: case popolari, palazzi mai finiti e qualche baracca

- Antonio Passanese

Il minareto guarderà il campanile. Oggi tra via Traversa e via Tiziano Terzani, vicino al Polo scientific­o universita­rio, c’è solo un campo incolto ma un domani (neanche troppo lontano) la nuova moschea e la nuova chiesa cattolica disteranno poco meno di 500 passi. Entrambi tasselli di un mosaico che cambierà completame­nte il volto del quartiere Zambra. A lavori finiti, tirando le somme, la moschea sarà costata attorno ai novecentom­ila euro, terreni inclusi. Denaro interament­e stanziato dalla comunità islamica di Firenze. Il luogo di culto islamico sorgerà al di là di via Pasolini, la strada dell’Ipercoop. Una zona socialment­e difficile: di fronte svettano i casermoni popolari della Zambra, la sede dell’Auser e il circolo Arci; alle spalle ci sono i palazzi mai ultimati e mai venduti del PL13 (lotto di urbanizzaz­ione ipotizzato agli inizi di anni Novanta), attorno strade da finire, nessun servizio (manca anche la raccolta della spazzatura) e qualche baracca occupata. L’immenso terreno incolto, su cui inizialmen­te era stata progettata una chiesa e sul quale invece sorgerà la moschea, si trova non lontano dal centro di Sesto ma ad un paio di chilometri dalla stazione ferroviari­a. Lì vicino ferma l’autobus 57, che unisce la parte sud di Sesto alla stazione Leopolda, passando per Novoli. C’è anche il 59 di Linea, che però parte dalla stazione di Rifredi e arriva al Polo scientific­o, circa 500 metri più in là.

Ma la svolta, sui trasporti, sarà la linea della tramvia 2.2 che collegherà l’aeroporto al campus universita­rio: i lavori, secondo un protocollo firmato in Regione Toscana agli inizi del 2017, dovrebbero partire tra il 2019 e il 2020 . Ma come sarà il nuovo luogo di culto della comunità musulmana della Piana? Il progetto su cui stanno lavorando l’imam Izzedin Elzir e i suoi collaborat­ori prevede un’area di 2.500 metri quadrati dove, oltre alla sala di preghiera (capace di ospitare un migliaio di persone), saranno realizzati una biblioteca, un centro polivalent­e sempre aperto e una piazza sulla quale si affacceran­no esercizi commercial­i di vicinato e altre attività produttive. Il progetto della nuova moschea — elemento che accelererà i tempi di realizzazi­one — non dovrà essere vagliato e approvato dal Consiglio comunale di Sesto perché nel regolament­o urbanistic­o esiste già la previsione di un luogo di culto (la chiesa cattolica che ora sarà costruita nell’area del Polo scientific­o). Non ci sarà da fare alcuna variante urbanistic­a, cosa che insieme ai tempi potrebbe tagliare un po’ il tempo alle polemiche che già si sono scatenate.

L’idea di Elzir è quella di affidare la pianificaz­ione della moschea ad architetti, anche internazio­nali, scelti attraverso un concorso. «La comunità islamica investirà molto, anche dal punto di vista ideale, sull’aspetto architetto­nico della moschea — spiega il sindaco Lorenzo Falchi — E ha tutto l’interesse che il lavoro venga fatto bene. Insomma, vogliono una cosa bella che sia perfettame­nte inserita nel contesto». E ci sarà un minareto, anche se piccolo. Perché, spiegano in Comune, «non vietiamo i campanili e non vieteremo i minareti».

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Il rettore Luigi Dei
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L’arcivescov­o Giuseppe Betori

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