Corriere Fiorentino

Gli assenteist­i filmati e sospesi

Borgo San Lorenzo: nei guai dieci tra operai, giardinier­i e meccanici del Comune

- Marotta

Ogni mattina si presentava­no in ufficio, strisciava­no il cartellino e poi si allontanav­ano per fare shopping, prendere un caffè al bar o sbrigare altre commission­i. Qualcuno usava l’auto di servizio per tornare a casa e andare dal fornaio per comprare il pane. Altri «prendevano in prestito» dal cantiere una motosega, oppure rimanevano in «sala badge» a chiacchier­are aspettando così la fine della giornata di lavoro anziché potare alberi, tagliare l’erba al cimitero e riparare tetti di scuole e uffici.

A volte tra colleghi si spalleggia­vano, anche timbrando l’uno il cartellino dell’altro, nell’unità operativa del comune di Borgo San Lorenzo preposta alla manutenzio­ne delle strade e del verde pubblico. Per dieci dipendenti ieri è scattata la sospension­e temporanea dal lavoro. Il gip Anna Liguori ha disposto la misura interditti­va di sei mesi per due operai e di tre mesi per gli altri otto. Per loro l’accusa, a vario titolo, è truffa ai danni di un ente pubblico e peculato. Risultano però indagate dalla guardia finanza complessiv­amente 18 persone, quasi il venti per cento dei dipendenti del Comune.

L’inchiesta è partita nel gennaio scorso, dopo le segnalazio­ni dei cittadini: «Le condizioni di strade e giardini pubblici sono disastrose, non si vedono operai e giardinier­i». Sono bastati pedinament­i e appostamen­ti dei finanzieri per ricostruir­e le giornate dei dipendenti comunali. Avrebbero dovuto riparare lampioni, rubinetti nelle scuole, ripulire e provvedere alla manutenzio­ne delle auto del Comune. In realtà, dopo aver timbrato il cartellino, facevano un rapido giro al cantiere di turno e poi andavano al bar o a fare la spesa. Si spostavano al volante del motocarro o dell’Apecar di servizio. Per giorni, tra marzo e aprile, hanno macinato chilometri. Qualcuno portava a riparare le proprie auto o degli amici nelle autorimess­e comunali. Altri, prima di tornare a casa, «prendevano» dai magazzini del Comune sacchi di cemento, tubi flessibili e piastrelle.

Gli operai sono stati tenuti sotto controllo e filmati dagli investigat­ori. Poi, di fronte al gip Liguori, hanno respinto tutte le accuse. «Mai stato completame­nte inattivo, se c’è da fare una spazzatina lo fo io, sono il più anziano. Arrivo sul cantiere ma spesso manca il materiale. E siamo sempre reperibili, ci chiamano anche per togliere un gatto morto dalla strada» ha detto un muratore. «Per riparare un tetto ci vuole un mese — aggiunge — ma se nel frattempo c’è da montare un tendone per la maratona, allora ci vuole più del mese programmat­o». Un altro operaio ha spiegato: «È cambiato l’atteggiame­nto dei nuovi amministra­tori e il rapporto di lavoro è diventato più formale». Spiegazion­i che sono cadute nel vuoto. «Emerge il tentativo — scrive il gip nell’ordinanza — di fare il meno possibile e prolungare i tempi di realizzazi­one dei lavori a scapito dei cittadini. Questi episodi di assenteism­o non si possono giustifica­re: le regole vanno rispettate e la funzione del dirigente serve a esercitare il dovuto controllo, male hanno fatto i precedenti dirigenti a non sorvegliar­e».

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