Muore nel rogo del capannone mai sgomberato
In cinquanta sono riusciti a fuggire, il ventisettenne ipovedente no. L’ipotesi di un braciere acceso
È morto carbonizzato a soli 27 anni, il cittadino romeno Ciungo Marian, vittima nella mattinata di ieri di un incendio divampato in un capannone industriale all’Osmannoro, a pochi metri di distanza dall’Ikea.
Tutto è cominciato intorno alle 10.30, quando all’interno dell’immobile le fiamme hanno bruciato alcuni locali del magazzino, nel quale da più di un anno vivevano una cinquantina di rom, tra cui dei bambini. La quasi totalità degli abusivi, al momento del rogo, non si trovava nell’edificio. Le poche famiglie dentro al capannone, una volta intravisto le fiamme, si sono subito allontanate. Solo il 27enne, ipovedente, non è riuscito a scappare, probabilmente stordito dal fumo. I Vigili del Fuoco sono intervenuti per domare l’incendio. Dopo i primi convulsi momenti, gli occupanti — in particolare i genitori ed il fratello della vittima — si sono resi conto tra le lacrime che all’appello mancava il ragazzo che dopo un’ora è stato ritrovato.
Nella struttura erano presenti alcune bombole di gas e dei bracieri, utilizzati per cucinare: c’è dunque la possibilità che le fiamme siano scaturite accidentalmente, in conseguenza dell’improvvisato sistema di riscaldamento. Le effettive cause dell’incendio, tuttavia, non sono ancora state chiarite dalle autorità competenti. «Non ci sono elementi per esprimere ipotesi concrete — fa sapere Claudio Chiavacci, comandante dei Vigili del fuoco — È in corso un’inchiesta giudiziaria: i motivi del rogo potrebbero essere molteplici e niente può essere escluso». Un’affermazione che trova comunque conferma nel fascicolo aperto dalla procura di Firenze contro ignoti, con ipotesi di reato per omicidio colposo. Sul posto — oltre ai Vigili, intervenuti con due autobotti anche da Prato e Pistoia — anche Carabinieri, Municipale, 118 e polizia scientifica, che ha svolto gli accertamenti del caso. Il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, è arrivato sul luogo dell’incendio verso le 15. «Per l’immobile bruciato — ha spiegato — era stata fatta un’ordinanza di sgombero lo scorso luglio, a causa di motivi igienico sanitari. Adesso abbiamo allertato i servizi sociali per rispondere alle esigenze dei più fragili con alloggi adibiti all’emergenza».
Un provvedimento — quello dello sgombero — che quest’estate aveva coinvolto un ulteriore edificio di Sesto, ovvero l’ex Osmatex di via Lucchese, anch’esso occupato da alcune decine di cittadini romeni. Se però l’ex Osmatex era stato liberato il 18 ottobre, per il magazzino di via Ponte a Giogoli la prefettura non ha fatto in tempo ad evitare la tragedia. Peraltro gli occupanti, come fanno sapere dal Comune di Sesto Fiorentino, «non erano ostili, ma anzi avevano collaborato ad un censimento effettuato dalla Municipale soltanto un paio di mesi fa».