Sos dal Relais Santa Croce Un’asta sospesa, ora gli arredi sono in bilico
Domani in tribunale si decide la sorte dell’hotel. L’Ad: «Sos per i 25 dipendenti»
Firenze rischia di perdere uno dei gioielli più importanti tra i suoi hotel più prestigiosi. Il relais Santa Croce, albergo boutique della catena di lusso Baglioni, un cinque stelle in via Ghibellina, nel palazzo Jacometti Ciofi — lo stesso che al piano terra ospita l’Enoteca Pinchiorri — rischia lo sfratto tra qualche giorno. «Ma soprattutto rischiano di finire per strada i suoi 25 dipendenti», dice Guido Polito, amministratore delegato arrivato al vertice del gruppo da meno di un anno.
Al centro della vicenda c’è una storia lunga e complessa che parte da lontano, come spiega l’amministratore: «Noi gestiamo l’hotel da nove anni con un contratto l’affitto d’azienda. A causa di inadempimenti precedenti al nostro ingresso c’è stata la risoluzione del contratto».
Il tribunale di Prato nel novembre 2010 aveva aperto la procedura di concordato preventivo nei confronti della società Relais Santa Croce srl che riteneva di poter pagare i propri debiti incassando i canoni del contratto di affitto stipulato nel dicembre 2008 (con durata fino al luglio 2021) con il gruppo Baglioni. Nel giugno 2013 la Corte di Appello di Firenze conferma la sentenza di primo grado che aveva dichiarato risolto il contratto di locazione a causa di morosità nel pagamento dei canoni da agosto a dicembre 2008.
«Alla fine — sintetizza Guido Polito — la società è stata liquidata e i beni sono andati all’asta». Nei mesi scorsi il gruppo Baglioni si aggiudica gli arredi dell’hotel ma proprio alla vigilia delle feste natalizie è arrivata la sospensiva della vendita da parte del tribunale di Prato. Domani ci sarà l’udienza decisiva dove il giudice dovrà stabilire se confermare la sospensiva». In questo caso bisognerà restituire il denaro già versato per gli arredi (370 mila euro, più le commissioni), sgomberare l’albergo e chiudere i battenti.
«Non mi era mai capitato di vedere un giudice sospendere una vendita già effettuata. Siamo stupiti da questa decisione e non ne comprendiamo la ratio. Abbiamo fatto i salti mortali per chiudere la vicenda prima di Natale, pensando al futuro delle 25 persone e delle loro famiglie che si ritroveranno senza lavoro. Sono loro la nostra priorità. Persone straordinarie che in questi mesi di incertezza ci hanno dato la forza di combattere».
Parte proprio dalla Toscana la storia del gruppo Baglioni Hotels. Nel 1974, Roberto Polito — padre dell’attuale amministratore delegato — acquisisce la prima struttura a Punta Ala, il Baglioni Resort Cala del Porto. Da quel momento il gruppo continua a crescere. Oggi la «collezione» conta sette esclusivi alberghi e un resort, ospitati per lo più in palazzi d’epoca e nei centri storici delle più note città d’arte. Milano, Venezia, Firenze, Roma, due in Francia, a Aix-en-Provence e Saint Paul de Vence, e uno nel cuore di Londra.