Corriere Fiorentino

Tradizioni e talenti nell’anno delle Laudi

Il direttore Masieri: valorizzia­mo l’identità locale

- Gherardo Vitali Rosati

Da vedere «Gianni Schicchi» della compagnia Namasté e la giovane Laura Caselli

La grande tradizione del teatro fiorentino accanto a uno sguardo sul teatro contempora­neo. Per la sua trentacinq­uesima stagione il teatro Le Laudi continua la sua ricerca che parte dalla valorizzaz­ione dell’identità locale. «Va sempre conservata — dice il direttore artistico Massimo Masieri — puntando però ad un vernacolo pulito, che parli delle nostre tradizioni senza cercare di strappare un applauso con qualche parolaccia». Dopo l’omaggio alla poesia nostrana di Acquarello toscano, curato da Alessandro Bencistà, per l’ormai tradiziona­le appuntamen­to di San Silvestro si racconterà un noto personaggi­o fiorentino: Gianni

Schicchi de’ Cavalcanti. Il Cavaliere vissuto nel ‘200 è noto per l’Inferno di Dante, che lo colloca fra i falsari, e per l’opera di Puccini, ma è anche al centro dell’omonima commedia di Gildo Passini, rappresent­ata per la prima volta al teatro Olympia di Milano nel 1922. «Credo che pochi altri personaggi rappresent­ino l’essenza del carattere fiorentino, la sua arguzia, la sua fantasia, una certa dose di “mascalzona­ggine” che non riesce comunque a scalfire la sua naturale simpatia», spiega Stefano Tamburini, che porterà in scena il testo con Namasté teatro. Il sipario si aprirà alle 21.30 e dopo gli applausi si festeggerà il nuovo anno con il brindisi di mezzanotte. Gianni

Schicchi tornerà in scena anche per l’Epifania (ore 17), e poi il 7 gennaio (ore 17).

Ma è sempre più presente, in piazza Savonarola, anche la nuova drammaturg­ia. Da non perdere, almeno stando alle premesse, Mi

chiamo Rachel Corrie (20-21 gennaio). Scritto dalla compianta star di Hollywood Alan Rickman insieme al redattore capo del Guardian, Katharine Viner, ripercorre la vera storia di un’attivista palestines­e uccisa a Gaza. Ora la incarne- rà la giovane attrice fiorentina Maria Laura Caselli (nella foto), che negli anni scorsi ha interpreta­to alla Pergola due classici di Pirandello: il Berretto a Sonagli, con Sebastiano Lo Monaco e i Sei personaggi in cerca d’autore, con Gabriele Lavia. A seguire torna Andrea Buscemi, come regista de La

Signorina Else, di Schnitzler (2728 gennaio). Fra gli altri titoli Fine

Mese, scritto nel 1937 dalla commediogr­afa napoletana Emilia Vaglio, nota col nome di Paola Riccora, che si dedicò a quest’opera su richiesta del grande attore Raffaele Viviani. Al centro, un impiegato squattrina­to, che pur di far sposare la figlia con un benestante, accumula sempre nuovi debiti. Lo porta in scena Vincenzo De Caro (3-4, 10-11 febbraio), nell’ambito di un progetto di riscoperta dell’autrice, inaugurato con il volume

Chiamatemi Paola Riccora, pubblicato nel 2016 da Mariagiova­nna Grifi, studiosa di spettacolo e diretta discendent­e della Vaglio.

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