L’ira dei vigili del fuoco: «Ci danno cibo scadente e poi dicono: pranzate fuori»
Stavolta le fiamme sono quelle della polemica. E non c’è vigile del fuoco che le voglia spegnere: legumi freddi, minestre trasportate in vaschette di plastica senza indicazioni di provenienza o — più semplicemente — senza che siano specificati gli ingredienti. Sono passate meno di 24 ore dal cambio della guardia nella gestione dei pasti del corpo dei Vigili del Fuoco, ma la situazione è precipitata immediatamente. Nei distaccamenti di Montecatini Terme, Pescia e San Marcello la protesta ha assunto toni grotteschi: il comando, ha raccontato la Cgil in un comunicato, ha invitato il proprio personale a mangiare in un ristorante del posto. Il malcontento monta tuttavia in tutte le altre caserme regionali, specie nei distaccamenti — come accade a Carrara ed Aulla — dove i pasti arrivano freddi e senza indicazioni di sorta (per eventuali allergie o intolleranze alimentari di chi li consuma). La segreteria generale Fns-Cisl Toscana, il sindacato più rappresentativo dei Vigili del Fuoco in questo territorio, annuncia lo stato di agitazione. «È inaccettabile: si offende la dignità dei lavoratori. Altro che eroi, se non alziamo la voce —tuona il segretario Massimiliano Sordo — ci tolgono anche quel poco che ci è rimasto».Il cambio di prospettiva si è consumato la scorsa settimana, quando l’appalto del servizio di ristorazione è passato dalla ditta bolognese Camst alla napoletana Ri.Ca. I primi lavoravano affidandosi ad alcune cuoche dislocate nelle cucine delle caserme; i secondi hanno deciso di fare a meno di questo servizio, producendo i pasti in unico luogo da cui vengono poi trasportati nelle caserme o nei distaccamenti. Per questo 24 lavoratrici sono state licenziate. In sede di contrattazione, al ministero dell’Interno, i vigili hanno provato a contrastare questa soluzione, tanto per i posti di lavoro persi quanto perché fossero «prese in considerazione le esigenze degli appartenenti al corpo, che per il particolare tipo di lavoro svolto hanno il diritto a consumare un pasto decoroso». Ma c’è stato poco da fare. La ditta vincitrice del bando ha annunciato inoltre di voler portare a regime, nei mesi che verranno, la politica dei buoni pasto. «Ma non mangiamo con pezzi di carta, non vogliamo cibo veicolato: vogliamo invece — spiegano i sindacati regionali — del buon cibo preparato da personale della ristorazione nella cucina delle caserme dove operano».