Corriere Fiorentino

La boutique fiorentina ha perso il marchio Ma non i suoi uomini

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L’ipotesi che le insegne di Banca Federico Del Vecchio potessero sopravvive­re all’acquisto da parte di Ubi è circolata per alcuni mesi, ma a settembre il nuovo proprietar­io ha chiarito che anche lo storico marchio dell’istituto fiorentino di

private banking sarebbe sparito in favore di quello del colosso bergamasco. Sei sportelli e circa 600 milioni di raccolta complessiv­a, salotto buono riservato ai fiorentini ricchi, banca Federico Del Vecchio è riuscita ad essere appena sfiorata dallo scandalo che ha travolto banca Etruria, proprio grazie alla forza del suo marchio che, quando è stato cancellato, aveva sulle spalle quasi 130 anni di vita. Banca Federico Del Vecchio venne comprata da Etruria nel 2006 per 120 milioni di euro e qui l’istituto di Arezzo concentrò il polo di wealth management per la consulenza di alto profilo alla clientela privata. Storica cassaforte delle più importanti famiglie fiorentine è stata per decenni una «boutique del risparmio». Il timone della Del Vecchio è passato, negli anni recenti, da Antonella Mansi che lasciò per guidare la Fondazione Mps a Claudio Salini (ex Consob), poi a Lorenzo Stanghelli­ni il cui mandato è appena scaduto. I clienti con patrimoni superiori al milione di euro potranno continuare a servirsi dei profession­isti di viale Gramsci che saranno inseriti nella divisione di Ubi specializz­ata nei «top private» e saranno affiancati dai colleghi della macroarea fiorentina, incaricata di coordinare le trenta filiali Ubi della Toscana del nord.

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