«È scappato salendo sui marciapiedi, un pazzo criminale»
La mattinata di follia comincia nella centralissima via Gramsci, verso le 10, quando il pirata della strada causa un primo incidente all’incrocio con viale Michelangelo. Qui, infatti, un’auto ferma al semaforo — con a bordo due anziani — viene tamponata dal marocchino alla guida dell’auto impazzita che sarà poi arrestato dopo aver travolto e ucciso un passante sul viale Togliatti. «Ero dietro al bancone — racconta il titolare del Bar Chiarlitti, davanti al quale si è verificato il primo incidente — quando ho sentito un forte botto. L’uomo che si era scontrato con la macchina in sosta era sceso dal proprio mezzo e stava dando di matto. Farfugliava, imprecava». Racconta il proprietario del bar che «molti clienti che stavano facendo colazione sono usciti per assicurarsi della condizione di salute dei signori all’interno della vettura incidentata. Quel tipo invece niente. Tant’è che dopo pochi secondi si è rimesso alla guida, ha fatto retromarcia ed è andato addosso ad un’altra auto che nel frattempo si era messa in fila. Allora è sceso ancora — racconta — Camminava su e giù senza sapere cosa fare, alla fine è montato nuovamente sulla sua macchina. A quel punto ha messo in moto, è salito sul marciapiede ed è scappato prima dell’arrivo dei vigili». Purtroppo. Perché pochi minuti dopo il marocchino, giunto in viale Togliatti, causa un ulteriore incidente, stavolta fatale, investendo il malcapitato Salvatore Giuseppe Stigliani sul marciapiede. «Abito al quarto piano — racconta Rossella Coppini — e dal mio terrazzo si vede la zona in cui è avvenuta la disgrazia. C’era una macchina che poco dopo l’incrocio con via Calamandrei stava cercando di svoltare a sinistra. Poi è arrivata a tutta velocità l’auto del pirata. Probabilmente, per evitare la collisione, ha sterzato dalla parte opposta, finendo però per colpire quel poveraccio. Le siepi mi hanno impedito di vedere il corpo della vittima. L’automobilista, poi, è ripartito come niente fosse successo. Un pazzo criminale».