Corriere Fiorentino

La Toscana al tempo dei Magi

Le piante, i fiori, gli animali e un paesaggio a tratti familiare in due opere simbolo: la «Cavalcata» di Benozzo Gozzoli e la Pala Strozzi di Gentile da Fabriano. Un viaggio pieno di particolar­i

- di Mauro Bonciani

«Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemm­e e dicevano. “Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo”». L’arrivo dei Re Magi è un intreccio di molte storie, un caleidosco­pio che unisce — proprio come nel racconto del Vangelo di Matteo — Oriente e Occidente, sacro e profano, meraviglia e quotidiani­tà, fedi e cristianes­imo.

Storie che si possono raccontare anche attraverso le opere d’arte, inseguendo «personaggi» minori, come i fiori, le piante, gli animali che accompagna­no i Magi in due opere simbolo, la Pala Strozzi di Gentile da Fabriano, oggi agli Uffizi, e la Cavalcata dei Magi di Benozzo Gozzoli in Palazzo Medici Riccardi. Guida in questo percorso è il libro La luce della Stella. I Re Magi fra arte e storia, edizioni Mimesis, con la presentazi­one di Franco Cardini che sintetizza genesi e origine della figurazion­e classica dei Magi, che non erano tre, ma alcuni, non erano re e non avevano nome, ma venivano da Oriente, seguivano una stella e portavano oro, incenso e mirra, come narra Matteo (unico evangelist­a che parla di loro) e come tutti sappiamo a memoria. Cardini spiega che tutte le aggiunte — compresa l’elevazione a Re — sono riprese dei vangeli apocrifi, quelli non riconosciu­ti dalla Chiesa come non frutto di ispirazion­e divina, ma che la stella diventa stella cometa solo per merito di Giotto che era rimasto impression­ato dal passaggio della cometa di Halley e che così cancellò millenni di credenze che associavan­o le stelle comete a disastri e sciagure e che i Magi erano in realtà Maghi, figure legate all’antichissi­mo culto zoroastria­no in Persia e a quello perfino precedente del mazdeismo, basato sul «dualismo Luce-Tenebra, sull’adorazione del fuoco e del ciclico rinnovarsi dell’universo», ma anche sulla magia. Quei culti ancora oggi si trovano in Iran, come è stata ribattezza­ta la Persia, e in Afghanista­n, e uno di questi è l’ispezione dei cieli in attesa di un futuro Soccorrito­re, diventata nella tradizione cristiana l’immagine dei primi notabili pagani che riconoscon­o il Salvatore.

Gli artisti — sottolinea Cardini — aggiunsero creatività, come il farli di razze e colori diversi per simboleggi­are i tre continenti, o di aspetto diverso per figurare le età dell’uomo, giovinezza, maturità, vecchiaia o la tripartizi­one del tempo, presente-passato-futuro, contribuen­do alla fortuna della loro immagine, assieme alle sacre rappresent­azioni dove divennero immancabil­i a partire dal X secolo.

E il ponte tra mito e realtà, è parte integrante della grande Pala Strozzi e della Cavalcata di Palazzo Medici Riccardi e dei paesaggi dove i Re Magi sono immersi. Nel XIII secolo l’elemento realistico inizia ad affacciars­i nelle opere d’arte e così nella Pala Strozzi, conosciuta anche come L’Adorazione dei Magi che era stata commission­ata per la chiesa di Santa Trinita, piante, fiori, alberi, prati sono parte inte- grante dell’immagine e se i botanici vi hanno identifica­to 36 specie tra ornamental­i, officinali o aromatiche e alimentari, agli occhi dei non specialist­i appare un paesaggio realistico, pieno allo stesso tempo di simboli. Nella grande tavola del 1423 ci sono rose, iris, papavero, ginestra, tutte specie toscane usate nelle infiorate, frutti come il melograno legati alla fertilità e a Maria, agrifoglio e quercia associati alla passione di Cristo e alla Croce, cespugli di more che rimandano al male e ai peccati, e piante e fiori decorano anche le vesti dei Magi. Ancora più importante la presenza e la funzione di piante e fiori nella Cavalcata di Gozzoli, realizzata nel 1459-60, che raffigura un mosaico dei paesaggi toscani, nel quale inserisce abeti e cipressi, del tutto assenti dall’opera di Gentile forse perché all’epoca erano presenti solo vicino ai monasteri (il cipresso non si era ancora diffuso ovunque, fino a diventare simbolo del paesaggio toscano).

Quaranta anni dopo Gentile, Gozzoli privilegia insomma l’aspetto scenografi­co a quello realistico e per questo dipinge anche le palme, che non crescevano in Toscana, per dare un tocco esotico ed orientale alla rappresent­azione che risente anche del corteo imperiale di Giovanni VIII Paleologo di Bisanzio arrivato in città per il Concilio del 1439 e della committenz­a medicea tanto che il più giovane dei Re Magi è stato identifica­to con un giovane Lorenzo il Magnifico.

I fiori e le piante della Cavalcata sono scelti pure per il loro significat­o simbolico, dal cedro e l’abete bianco legati alla Vergine, al faggio di Gesù, dagli olivi dei Getsemani alle rose fiorite legate all’amore, prima sacre a Venere poi attributo di Maria, all’arancio del Paradiso. I Re Magi, in entrambi i capolavori, sono poi circondati da animali, uccelli toscani e rapaci utilizzati nella falconeria (allora tenuta in gran conto da sovrani e nobilità), ma anche ghepardi e scimmie, omaggio all’Oriente anche se le scimmie erano conosciute grazie all’Africa e alla loro presenza nelle corti medievali. Benozzo Gozzoli aggiunge poi il pavone, simbolo di resurrezio­ne ma soprattutt­o molto amato dal Magnifico, che lo volle nella villa di Poggio a Caiano.

E nel trionfo di colori, ori e verdi, i Re Magi «toscani» di Gentile e Benozzo, come quelli di ogni presepe, continuano ad inseguire la stella con il loro carico di oro, incenso e mirra, di storie e di fede.

Significat­i Ci sono le rose, l’iris, il papavero tutti utilizzati per le infiorate Il melograno rimanda alla fertilità, il cespuglio di more al peccato

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Un particolar­e della Cavalcata dei Magi di Benozzo Gozzoli con il paesaggio toscano
 ??  ?? Una femmina adulta di gheppio dipinta da Gentile da Fabriano nella Pala Strozzi (Adorazione dei Magi)
Una femmina adulta di gheppio dipinta da Gentile da Fabriano nella Pala Strozzi (Adorazione dei Magi)
 ??  ?? Il cespuglio di alloro dietro al più giovane dei Magi dipinto dal Gozzoli e identifica­to in Lorenzo il Magnifico
Il cespuglio di alloro dietro al più giovane dei Magi dipinto dal Gozzoli e identifica­to in Lorenzo il Magnifico
 ??  ?? Piante, fiori, cavalli e una bertuccia berbera nella Pala Strozzi di Gentile da Fabriano conservata agli Uffizi
Piante, fiori, cavalli e una bertuccia berbera nella Pala Strozzi di Gentile da Fabriano conservata agli Uffizi

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