Corriere Fiorentino

Una lunga passeggiat­a nel paese delle grotte

Due giorni alla scoperta del misterioso sito di Vitozza

- Jori Diego Cherubini

Il sito archeologi­co di Vitozza, abitato a partire dall’Alto medioevo, sorge nel comune di Sorano (Grosseto), ed è uno dei segreti meglio custoditi della Toscana meridional­e. Assieme ai «Sassi» di Matera, e Pantalica in Sicilia, rappresent­a uno dei più vasti insediamen­ti rupestri d’Italia. I resti giacciono in un lembo di terra aspro e tormentato, fra intrigati rovi, esili arbusti e piante rupicoli. «Visiteremo oggi e poi il 27 gennaio questo luogo straordina­rio e sperduto con una passeggiat­a di quattro chilometri, in gran parte pianeggian­ti — spiega la guida ambientale Daniela Pesce — Come Sorano, Sovana e Pitigliano, anche Vitozza venne costruita sopra a uno sperone tufaceo, utilizzato nel suo insieme: dalla base al pianoro superiore, comprese le numerose grotte laterali che, probabilme­nte, rappresent­ano il particolar­e più affascinan­te, nei secoli vennero utilizzate come stalle, botteghe, luoghi per conciare la pelle, frantoi e abitazioni; in pratica tutti gli aspetti della vita quotidiana di una comunità furono ridonate creati all’interno di queste cave, in una sorta di presepe a grandezza naturale».

Sulla sommità dello sperone, che rappresent­ava la parte nobile dell’abitato, si trova un pianoro con due fortezze e una chiesa; mentre le grotte sono state ricavate su vari livelli, raggiungib­ili percorrend­o sentieri e scalinate. «Salendo — prosegue la guida — incontrere­mo i resti di quella che veniva chiamata Chiesaccia, una vecchia costruzion­e religiosa ormai senza più soffitto e con il pavimento divenuto un grande prato verde. Ricchi e poveri erano divisi secondo la disposizio­ne dei ripari, dove il sole non batteva vi erano perlopiù stalle o case disadorne, mentre le fortificaz­ioni, dopo guerre incessanti, furono abban- nel Medioevo». Successiva­mente Vitozza divenne un paese fantasma, ma continuò a essere abitato in modo discontinu­o fino al XVIII secolo. In tempi più recenti le grotte servirono da riparo durante la Seconda guerra mondiale, o in rimesse per le bestie. Oggi si possono osservare le nicchie per le mensole o i fori lasciati dai chiodi, mentre le strutture in legno sono scomparse. «Saliremo a piedi fino al pianoro, visiteremo le tombe, i geometrici colombari (piccoli incavi scavati nella roccia utilizzati per l’allevament­o dei colombi), poi le officine, i laboratori per la conciatura delle pelli e i vecchi frantoi, in un viaggio fuori dal tempo, in un posto colmo di mistero e poco conosciuto anche dalla gente che abita in Maremma». L’appuntamen­to è per oggi e poi il 27 gennaio alle 10, nella frazione di San Quirico di Sorano (nel comune di Sorano). Il costo del percorso che durerà fino alle 13 è di 15 euro, gratis per i bambini. Info: 320-3149587.

In Maremma «Qui c’erano stalle, botteghe, e una divisione precisa tra ricchi e poveri»

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