Solo sedici liste ammesse Aspettando la Cassazione
Ci sono «Potere al Popolo» e «Il popolo alla Famiglia». Ancora: «Italia agli Italiani», «Per una sinistra rivoluzionaria», «CasaPound». Sono tra le formazioni che alla Camera e al Senato proveranno a superare la soglia di sbarramento alle prossime elezioni politiche. Ieri la Corte d’Appello ha stabilito che solo sedici partiti hanno le carte in regola per competere il prossimo 4 marzo. Con qualche eccezione. La Commissione per la Camera (Ufficio centrale circoscrizionale) ha cancellato dal collegio uninominale Toscana 1 la candidata Tea Zejnati della lista Civica Lorenzin e ha escluso la lista Italia agli Italiani dal collegio plurinominale Toscana 3 e dai collegi uninominali 12-3-4. Si tratta di liste «provvisoriamente ammesse»: l’ultima parola toccherà alla Corte di Cassazione che deciderà entro le prossime ore sulla validità delle candidature. Poi giovedì, salvo imprevisti, inizierà il sorteggio delle liste per definire l’ordine di pubblicazione su cartelloni e schede elettorali, compito affidato alla Prefettura. Tra le liste escluse, figurano quella dei «freewax» «SiAmo» ma anche la Democrazia cristiana, che ha fatto ricorso perché sostiene che la legge parla della possibilità di presentare la lista, anche senza raccogliere le firme, per i partiti presenti con gruppi alla Camera e al Senato prima del 2017: e loro sostengono che, dato che non ci sono riferimenti all’inizio della legislatura, questa valga anche per chi ha «continuità» con partiti presenti in Parlamento prima. Come, appunto, la Dc.