LIMITE SUPERATO
La cronaca di Firenze non è purtroppo nuova a episodi di violenza carnale, occorsi soprattutto a studentesse, italiane e non. Eppure c’è qualcosa di nuovo nello stupro subito da una ragazzina minorenne ad opera di uno studente di origine albanese. Non è una questione di etnie. A far riflettere sono piuttosto due aspetti dell’aggressione consumata in un locale di via Pandolfini. La violenza in questo caso è stata manifesta, sfacciata, tanto che lo stupratore si è blindato nel magazzino del locale per consumare il rapporto mentre le amiche della vittima battevano sulla porta nel tentativo di sottrarla al suo aguzzino. Una volta tanto non c’è spazio per discettazioni sulla consensualità del rapporto. Al tempo stesso l’abuso della ragazzina è stato accompagnato dall’abuso di alcol. Ancora una volta. L’alcol non sembra più un compagno del tempo libero, ma la breccia da cui passa la violenza, ai danni di chi è più fragile.La legge vieta con rigore la somministrazione di alcol ai minori. Dove la ragazzina di via Pandolfini se lo sia procurato, e chi glielo abbia venduto, lo stabilirà l’autorità giudiziaria. Resta il fatto che anche a Firenze ormai da troppi anni siamo davanti a un’emergenza alcol di cui si fatica a prendere atto e a reagire. I fiumi di ragazzi che di notte sciamano per le nostre strade bicchiere in mano non fanno colore, sono l’immagine di una piaga che può produrre anche eventi gravi. Interessi economici si saldano con un’ideologia sballata che produce sballo come fosse una vera ricchezza. Non è oscurantismo: diritti fondamentali (alla sicurezza e al rispetto) sono in gioco anche quando si parla di divertimento. Chi ha responsabilità di governo, nazionale e locale, deve convincersi che il livello di guardia è stato superato. Anche in queste nostre città, nelle quali la bellezza può diventare un alibi dell’immobilismo. Basta alcol a go-go, basta locali che violano le regole, basta soprusi grandi e piccoli in strada. L’illegalità parte dalle sue violazioni più piccole, ma mai innocue. E può arrivare a sfregiare i giorni di una diciassettenne. Un tempo si parlava di dolce vita. Se provassimo a riprendercela?