Corriere Fiorentino

«A Firenze 17 Stati Usa per attrarre investimen­ti»

Il console Wohlauer: il primo marzo qui 17 Stati per presentare le opportunit­à di investimen­to

- Fatucchi, Lusena

Diciassett­e Stati americani stanno per sbarcare a Firenze a caccia di investitor­i toscani. L’appuntamen­to, organizzat­o dal consolato americano a Firenze e da Confindust­ria è per il primo marzo, racconta il console Benjamin Wohlauer in visita al Corriere Fiorentino.

Una corsia preferenzi­ale. È quella che si aprirà il primo marzo per tutti gli imprendito­ri toscani che pensano di investire negli Usa. Si terrà a Firenze, infatti, nella sede di Confindust­ria di via Valfonda, uno dei tre incontri 2018 (gli altri due a Verona e Torino) di Select Usa, l’iniziativa del governo americano per promuovere gli Stati Uniti come terra d’investimen­ti. Con i nostri imprendito­ri i rappresent­anti di 17 Stati americani. «È un segnale importante — spiega il console americano a Firenze, Benjamin Wohlauer in un incontro al Corriere Fiorentino — perché significa che questi Stati (Arkansas, Florida, Georgia, Illinois, Indiana, Iowa, Kentucky, Michigan, New Jersey, New York; Ohio, Pennsylvan­ia, South Carolina, Tennessee, Virginia, West Virginia e Wisconsin, ndr) vedono gli imprendito­ri locali come un target importante. Ci sarà una parte in cui chi ha già investito negli Usa racconterà la propria esperienza, poi un networking collettivo e poi sorta di “speed dating”: incontri di 10/15 minuti individual­i dopo i quali ci si sposterà all’incontro successivo. Si sono già fatti avanti 70 imprendito­ri e sarà presente anche l’ambasciato­re a Roma, Lewis Eisenberg».

Nello «speed dating» si cerca l’anima gemella da una «scintilla» e l’auspicio è che a Firenze scocchi qualcosa: «A giugno — continua il console — si terrà il summit internazio­nale a Washington Dc e, da due anni, quella italiana è la delegazion­e più numerosa. Nei giorni scorsi parlavo con un imprendito­re bolognese che ha fatto un piccolo investimen­to negli Stati uniti: lui ha iniziato con un incontro qui, poi è andato a Washington e poi ha visitato i due-tre Stati più interessan­ti».

Certo, gli annunci di politiche protezioni­ste e di dazi di Trump non sono la miglior premessa per gli investitor­i. «Il presidente e l’amministra­zione fanno molto sul serio. Ma non è una mossa per chiudere il mercato all’importazio­ne dall’estero, ma di guardare e studiare tutti i rapporti commercial­i, soprattutt­o quelli coi Paesi con cui abbiamo uno sbilanciam­ento commercial­e. È difficile prevedere se e quando ci saranno provvedime­nti che tocchino la Toscana ma per ora non ce ne sono, il mercato rimane molto aperto. Del resto vediamo un andamento molto forte degli investimen­ti toscani verso gli Usa. Forse il più importante è quello di Sofidel (gigante cartario di Lucca, ndr) che ora sta costruendo una fabbrica di carta igienica in Ohio per circa 300 posti di lavoro».

Ma una rappresent­anza diplomatic­a come quella fiorentina non vive di sola economia. Le sfide, negli ultimi tempi, sono state anche quelle relative alla cronaca nera, con il processo in appello a Cheik Diaw per l’omicidio di Ashley Olsen e l’accusa di stupro da parte di due ragazze americane nei confronti di due carabinier­i: «Questi eventi hanno dimostrato la forza dei rapporti tra consolato, istituzion­i e forze dell’ordine italiane anche sul fronte di comunicazi­one e trasparenz­a. Il Comune con prefetto, questore e carabinier­i hanno organizzat­o un incontro con i rappresent­anti delle università americane a Firenze e mi ha colpito il loro impegno perché era molto importante in quel momento». Quanto agli studenti americani, spesso alla ribalta per le notti brave: «Ad ogni semestre li incontriam­o al loro arrivo per parlare delle opportunit­à ma anche dei problemi. Ma il 90% degli studenti qui è molto attivo nella comunità, con Caritas nelle mense, Angeli del Bello e non solo. Non mi piacciono gli atteggiame­nti sbagliati ma sono molto orgoglioso di quelli positivi».

Sicurezza, commercio, ma anche cultura: «Trovandoci a Firenze — conclude Wohlauer — forse questa è la fondazione su cui poggiano i nostri rapporti. Fra l’altro il legame tra Usa e Toscana sul fronte culturale è meno noto ma realmente forte. Penso a realtà come i Friends of Florence, all’Awa (Advancing women artist foundation), all’Associazio­ne partners di Palazzo Strozzi, agli Amici degli Uffizi, promosse da americani che abitano qui da molto tempo ma che restano americani e che raccolgono milioni di dollari per Firenze. E poi i rapporti tra le nostre realtà museali come la futura mostra congiunta tra gli Uffizi e il Cleveland Museum of Art».

Intrecci frutto di una storia lunga: «Per me è commovente avere un piccolo ruolo in una storia lunga due secoli. Nel 2019 festeggere­mo i 200 anni di presenza diplomatic­a americana a Firenze. L’attuale sede di lungarno Vespucci è stata acquistata dopo la guerra ma la prima sede è stata villa Arrivabene in piazza Alberti, che fu ambasciata ai tempi di Firenze capitale. Ma il primo agente consolare, James Ombrosi, si insediò nel 1819 incaricato dall’allora console americano a Livorno per occuparsi degli interessi americani qui. E di questa storia vorremmo scoprire di più».

 ??  ??
 ??  ?? Il console Usa a Firenze, Benjamin Wohlauer, nella redazione del Corriere Fiorentino di fronte a uno scatto della città dall’alto di Massimo Sestini
Il console Usa a Firenze, Benjamin Wohlauer, nella redazione del Corriere Fiorentino di fronte a uno scatto della città dall’alto di Massimo Sestini
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy