Corriere Fiorentino

Caso Oranges, Nardella si difende: «È solo fango»

- Valentina Marotta

«Vicenda strumental­izzata, guarda caso in piena campagna elettorale. La dottoressa Oranges è stata valutata sul curriculum vitae e proprio perché conosceva bene il progetto è stata chiamata a lavorare. Tutto legittimo». La campagna mediatica è solo fango, per il sindaco Dario Nardella. «Non è scritto da nessuna parte che una persona, nonostante le competenze, non debba lavorare in un ente pubblico per il solo fatto di essere parente di un magistrato. Chi lo sostenesse si renderebbe responsabi­le di gravi e ingiustifi­cabili insinuazio­ni non solo nei confronti dell’ente, ma anche del magistrato. L’integrità mia e dei miei collaborat­ori non possono essere infangate da illazioni». Il caso è quello dell’assunzione negli uffici della città metropolit­ana di Celeste Oranges (figlia di Acheropita Mondera Oranges, procurator­e generale della Corte dei Conti). Che, come ha riportato ll Fatto Quotidiano, gode di un’aspettativ­a per motivi di studio. In realtà «non si tratta di un’aspettativ­a» affermano dagli uffici della Città Metropolit­ana ma di un permesso di studio, che si applica anche ai contratti ex art.90 Tuel. Un permesso che per la Cassazione è «un diritto fondamenta­le del cittadino». La legge prevede che i lavoratori possano beneficiar­e di 150 ore in un anno per seguire corsi universita­ri. Ma per la profession­ista che frequenta un master in criminolog­ia la fruizione — precisano — è stata proporzion­ata: nel 2017 ha fruito di 25 su 150 ore, mentre nel 2018 ne consumerà 50 perché il master si conclude il 1 marzo. Ma la polemica non si placa. Incalza Tommaso Grassi: «Non è una dipendente ‘normale’ perché scelta dalla politica». E lunedì è prevista una «domanda di attualità» in Consiglio comunale.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy