Il patron non paga, l’Arezzo rischia di fallire
Matteoni: «Non ho soldi per gli stipendi». Lunedì la messa in mora dei calciatori
La proprietà dell’Arezzo non ha rispettato la scadenza del 16 febbraio nel pagamento degli stipendi e la società andrà incontro al quarto deferimento consecutivo. Il problema a questo punto non è la classifica ma la possibilità di non finire il campionato.
Lunedì, infatti, i calciatori potrebbero chiedere la messa in mora del club e la Lega ricorrerebbe all’escussione della fideiussione depositata a inizio stagione dall’allora presidente Mauro Ferretti. Il nocciolo della questione, però, continua a girare intorno alla figura dell’attuale presidente, Marco Matteoni, che nell’avvicinarsi della scadenza ha messo a nudo il suo castello di carta.
Giovedì, infatti, mentre la squadra e l’allenatore prendevano la benedizione in Duomo davanti all’icona della Madonna del Conforto, Matteoni annunciava di avere venduto metà delle sue quote, 42 per cento, a un fondo inglese, passaggio che sarebbe diventato operativo entro un mese, con il benestare degli altri soci, Neos Solution S.c.a.r.l. e Orgoglio Amaranto, dopo il bonifico che sarebbe dovuto arrivare ieri mattina da Londra, salvando squadra e Matteoni. Ma il bonifico non è arrivato e il presidente amaranto ha scritto la resa su Facebook: «Mi assumo tutte le colpe ma ci ho messo soldi e cuore. Non riesco ad andare avanti da solo. Non prendetevela col passato ma con me. La voragine era ed è troppo ampia per farvi fronte da soli».«Siamo stati beffati, tutti: la città intera in primis e tutti coloro i quali si sono impegnati per cercare una soluzione alla crisi — ha dichiarato il sindaco Ghinelli —. Continuo a pensare che l’errore sia stato quello di non avere ceduto la società alla cordata che avevamo preparato insieme a Di Matteo e ad altri imprenditori».
Ma a questo punto, con l’incubo di finire nei dilettanti, le recriminazioni servono a poco, specie di fronte a una città che ha assistito silente alle sorti della propria squadra. E pensare che ieri mattina, nella trasmissione di Radio Effe «Parliamone», Matteoni ha parlato di futuro dell’U.S. Arezzo, di serie B, di stadio nuovo, con negozi e famiglie sette giorni su sette. L’ultima fastidiosa recita, forse, di quello che resta del calcio amaranto.
Il sindaco Ghinelli «Siamo stati beffati, l’errore è stato non cedere alla cordata che avevo proposto»