UN’ALTRA ITALIA 50 ANNI CON LUCAS
L’onda del ‘68, le fabbriche, le periferie, le università occupate: Palazzo Mediceo rende omaggio al fotoreporter milanese in una antologica con 200 scatti «Da indipendente ho raccontato le storie che alle agenzie non interessavano»
Le lotte di classe, l’affermazione del movimento femminista, le università occupate, l’onda lunga del Sessantotto, le fabbriche, le periferie, ma anche il fenomeno migratorio e lo scontro politico violento: è un lungo spaccato dell’Italia del ‘900, con temi molto attuali, quello offerto da La vita e nient’altro - Cinquant’anni di viaggi e racconti di un fotoreporter freelance, la mostra di Uliano Lucas che apre i battenti oggi al Palazzo Mediceo di Seravezza, evento di punta della quindicesima edizione di «Seravezza Fotografia». Duecento scatti in bianco e nero realizzati dal maestro milanese, uno dei primi e più conosciuti freelance italiani: passeggiando fra i suoi lavori, con le mani dietro la schiena, la mente che vola fra i ricordi e lo sguardo attento, non riesce ad individuare una sua foto preferita rispetto alle altre, ma sospira con nostalgia: «Che straordinario Paese eravamo, in quegli anni». Lucas ripercorre il clima degli anni Settanta, quelli che lo videro dedicarsi anima e corpo al mondo del sociale, «per dare spazio e voce agli emarginati raccontando da indipendente storie che alle grandi agenzie non interessavano». Poi la stoccata all’Italia lacerata di oggi, divisa da una lunga campagna elettorale che sembra non finire mai: «Ci sono questioni – dice Lucas – che non abbiamo saputo risolvere dalla Seconda guerra mondiale in poi. Ed oggi paghiamo il conto per non aver fatto autocritica, a differenza di altri Paesi come ad esempio la Germania». Nelle foto esposte fino all’8 aprile si vedono cortei di protesta contro la guerra in Vietnam, manifestazioni a piazzale Loreto, operai a difesa del proprio posto di lavoro, femministe a rivendicare il proprio potere, ma anche immagini scattate in sperduti villaggi dell’Africa che appaiono più che mai attuali, pensando agli sbarchi odierni dei migranti. «Questa mostra — conclude Lucas — ha imposto scelte difficili: due o tre scatti pescati da reportage durati a volte mesi. Abbiamo cercato
di dare la mia visione del mondo a venti anni e la sua evoluzione fino ad oggi». Una mostra che riporta insomma all’attenzione del pubblico alcuni grandi temi storici e sociali, tributando al contempo un riconoscimento all’autore per i risultati conseguiti nella sua lunga carriera.
La manifestazione, organizzata da Fondazione Terre Medicee e Comune, andrà avanti sino alla fine di maggio con 13 eventi fra mostre, seminari, proiezioni e letture, «spalmata» su più sedi. Di pari passo con la mostra di Lucas, inaugurano oggi la retrospettiva La scelta dello sguardo di Isabella Balena e la mostra Odi et Amo di Tatiana Mura.