Pisa, i garanti dicono no al quesito sulla moschea: «Discrimina»
Il Comitato dei Garanti del Comune di Pisa ha bocciato il quesito referendario presentato da «Il Popolo decide» contro la costruzione della moschea, perché non solleva un problema di natura urbanistica ma «nasconde l’intenzione di impedire per motivi discriminatori la costruzione di un edificio di culto». Il quesito «volete che questa particella catastale attualmente destinata dal consiglio comunale ad edifici di culto, sia invece destinata a verde privato?», dunque, è inammissibile perché celerebbe la volontà di impedire la realizzazione della moschea sul terreno acquistato dalla comunità islamica pisana. L’organo super partes di Palazzo Gambacorti, costituito da Dania Del Rosso, magistrato a riposo, il docente Pierluigi Consorti e dall’avvocato Nicola Pignatelli, sottolinea che l’intento del comitato promotore del referendum contrasta con i principi generali dell’ordinamento italiano. Sottolineano anche che la comunità islamica pisana è membro dell’Ucoii, che nel 2017 ha firmato con il ministero degli Interni il «patto nazionale per l’islam italiano», un accordo che impegna i Comuni a garantire alle comunità islamiche luoghi di culto idonei. Ora i musulmani residenti a Pisa hanno a disposizione solo una sala di preghiera nel centro storico e, quando disponibile, un’ala del Centro Universitario Sportivo. Un altro centro islamico si trova in via Cattaneo, anch’esso incapace di accogliere gli oltre seicento fedeli. I garanti avrebbero voluto sospendere il pronunciamento fino a dopo le elezioni, ma il Tribunale di Pisa ha bocciato questa ipotesi.