Coperte, brande e psicologia Le notti in aiuto dei clochard
Firenze, il giro dei volontari tra i senza tetto per convincerli a ripararsi
Ore 21,30 di lunedì sera. Piazza Santa Maria Novella. Fuori ci sono -3°C ed il vento siberiano «Burian» soffia su Firenze. «Sono preoccupata — confessa l’assessore all’accoglienza e integrazione Sara Funaro — Speriamo di riempire tutti i posti letto». Il riferimento, naturalmente, è al complesso dove ha anche sede la Fratellanza militare. Qui, nell’ex infermeria, il Comune ha disposto 25 brande presidiate dagli operatori di Caritas e Croce di Malta, oltre che dallo stesso staff della Fratellanza militare. «Una posizione strategica — aveva dichiarato il sindaco Dario Nardella nel pomeriggio — perché vicina alla stazione. Un’ulteriore sistemazione per chi sta rifiutando l’accoglienza offerta nelle varie strutture».
Già lo scorso sabato, con l’irrigidirsi delle temperature, l’amministrazione aveva infatti aumentato di 30 unità i posti letto a disposizione dei senza fissa dimora, tra le foresterie Pertini e del Fuligno, l’Albergo popolare, l’Ostello del Carmine, l’Accoglienza salesiani di via Gioberti e le strutture di S. Martino e S. Giusto a Scandicci. «Sono state incrementate — spiega Funaro — anche le unità di strada attive per le vie di Firenze. Adesso sono tre, che distribuiscono coperte, bevande e pasti caldi alle persone al freddo».
A girare per la città lunedì sera anche l’assessore Funaro insieme al suo staff: «Siamo riusciti a convincere un signore alle Cascine ed una ragazza che dormiva vicino alla Coop di Ponte a Greve», fa sapere verso le 22,30. Intanto in Santa Maria Novella, a pochi passi dal ricovero, un clochard riposa nei pressi di un cantiere di un palazzo. L’uomo, un italiano, è avvicinato da due uomini della Croce di Malta. Un po’ di diffidenza iniziale, poi lo sfogo, le lacrime. «Ci ha raccontato di aver perso la moglie ed il figlio 18enne qualche anno fa». Il signore, visibilmente infreddolito, viene fatto accomodare all’interno del complesso.
La camminata va avanti. Santa Maria Nuova, Santa Croce, arco di San Pierino, piazza della Repubblica: «Ogni portico può essere un riparo per queste persone», spiega Pierfrancesco, che fa volontariato dal 1990, quando era appena 14enne: «Forse ero troppo piccolo, ma sono contento di aver preso questa strada».
Lorenzo, l’altro operatore, è invece più giovane, ha cominciato solo da qualche mese. È lui a notare un giaciglio proprio sotto ai portici di piazza della Repubblica. Stavolta però i due non riescono a convincere il senza tetto, un giovane francese che si dimostra addirittura ostile. «Meglio non insistere, in questi casi — spiegano i due — Come si può vedere non è sempre facile. Molti, nonostante il freddo, non ne vogliono sapere di lasciare la strada». Alle 23 il ritorno verso piazza Santa Maria Novella. All’interno dell’ex infermeria altri operatori hanno ricoverato una decina di clochard. Molti gli stranieri, ma pure qualche italiano. Con il cielo come riparo non c’è comunque molta differenza. «Terremo aperta la postazione temporanea finché ce ne sarà bisogno», conclude Funaro, mentre Pierfrancesco e Lorenzo proseguono per il centro, almeno fino a mezzanotte. Un uomo che sta per rientrare a casa gli dice: «Per fortuna che ci siete voi». Mezzo sorriso di risposta ed i due si rimettono in cammino.
Assistenza
I volontari della Caritas e della Croce di Malta al lavoro in tutta la città In piazza Santa Maria Novella 25 letti in più