San Felice, ora c’è uno spiraglio
Incontro Comune-proprietari sulla farmacia sfrattata: «Sono aperti al dialogo»
Il primo incontro tra il sindaco Dario Nardella, l’assessore Cecilia Del Re e gli acquirenti del palazza in San Felice apre uno spiraglio per il futuro della storica farmacia.
Uno spiraglio per la farmacia di piazza San Felice, inserita nel palazzo venduto da privati ad altri privati per trasformarlo in residenze per turisti. Lo spiraglio, dopo giorni di silenzio da parte dei nuovi proprietari, è arrivato dopo il primo incontro tra il sindaco Dario Nardella, l’assessore allo sviluppo economico Cecilia Del Re ed i rappresentanti della società. Un incontro riservatissimo, un colloquio blindato. Solo dopo diverse ore dal faccia a faccia a Palazzo Vecchio, si riesce ad avere stringata dichiarazione: ma solo da parte dell’assessore. «L’appuntamento è stato positivo. Abbiamo spiegato l’importanza per noi delle botteghe storiche e delle attività a servizio dei residenti in centro storico. I rappresentanti della società si sono detti disponibili ad un confronto», spiega con più riserbo del solito Cecilia Del Re.
Frasi diplomatiche per lasciare aperto un canale. Perché comunque i nuovi proprietari — che non hanno mai voluto pubblicamente dizioni chiararsi, tutte le operazioni sono state tenute da avvocati di fiducia — avrebbero già concluso le operazioni di acquisizione di quel palazzo in piazza San Felice. Un immobile di 4 piani destinato, diceva «radio Oltrarno», a altre residenze per turisti. Anche se nessun progetto pare già depositato negli uffici comunali. Un muro di privacy eretto forse perché irritati dalla sollevazione del quartiere e della politica? Chissà. Si sa solo che ad acquisire sarebbe stata una società detenuta da soci fiouna rentini: non si tratta quindi di un fondo immobiliare, ma più probabilmente di imprenditori locali. Le informazioni — peraltro approssimative — si fermano qua.
Nardella e Del Re avrebbero spiegato il lavoro che Palazzo Vecchio sta facendo per provare a evitare lo spopolamento della residenza e salvaguardare le attività tradizionali e a servizio dei cittadini. Non norme «ad hoc», contro un preciso investimento, ma generali, come quelle per limitare le trasformazioni di fun- (da residenze ad attività di affitto turistico) che verranno inserite nel Regolamento urbanistico e quelle per i negozi storici che proprio Del Re inserirà nel nuovo Regolamento del commercio (oltre a quelle già approvate per lo stop a minimarket e fast food e contro il «mangificio» già approvate e in vigore). Ma intanto continua la protesta del quartiere.
La petizione (cartacea) è arrivata a 1.100 firme (c’è anche quella del sindaco Nardella). Ogni mattina decine di persone fanno la fila davanti alla farmacia per sostenere l’iniziativa a cui ha dato il via l’oltrarnina Maria Guida. Ma la si può firmare anche in tanti negozi di via Romana dove gli esercenti alle porte hanno affisso un cartello per solidarizzare con il dottor Piero Piacenti. La petizione su Change.org, invece, è opera di Mirco Ruffilli, consigliere del Quartiere 1, e sul web sta avendo un grande successo: tra domenica e lunedì è stata firmata da 1.200 persone da tutta Italia: Roma, Milano, Napoli Torino e Venezia. Ruffilli ha anche depositato nella segreteria del presidente del Quartiere Sguanci un’interrogazione che sarà discussa nel prossimo consiglio. A dare una spinta decisiva alla raccolta firme è stato il parroco di San Felice in piazza e San Pietro in Gattolino, don Gianfranco Rolfi, che sabato sera e domenica mattina, dopo aver organizzato un banchino in chiesa, si è appellato a tutti i residenti dell’Oltrarno e ai fiorentini affinché si impegnino per salvare un rione che sta morendo a causa della rendita. Un j’accuse contro chi è rimasto finora in silenzio nei confronti dello spopolamento del quartiere e nella cancellazione dei servizi per i cittadini. A salvare la farmacia potrebbe però essere un decreto del 1993 a firma dell’allora ministro Ronchey che vincola sia la destinazione d’uso della farmacia sia gli arredi. Il soprintendente Andrea Pessina ha chiesto un parere al ministero.
Le ragioni dei residenti Del Re e il sindaco Nardela hanno spiegato ai rappresentanti il lavoro per evitare lo spopolamento e salvare i negozi storici