Alberi tagliati: 7 a giudizio «Non c’era stata cura»
Il pm: per tre anni nessun bando, solo interventi d’urgenza. Le denunce dei cittadini
Centinaia di alberi abbattuti o dalle fronde mutilate per una mancata programmazione del verde pubblico. È l’accusa del pm nei confronti di sette dirigenti del Comune di Firenze che sono stati rinviati a giudizio.
Centinaia di alberi abbattuti o dalle fronde mutilate. Per una mancata programmazione del verde pubblico, i paesaggi cari ai fiorentini sfigurati: viale dei Colli, parco delle Cascine, giardini dell’Albereta, piazza della Vittoria e viale Redi. Con grave danno per la casse di Palazzo Vecchio. È l’ipotesi della Procura che ieri ha ottenuto il rinvio a giudizio per sette dipendenti comunali, tra cui Pietro Rubellini, ex direttore della Direzione Ambiente del Comune di Firenze e attualmente a capo della Direzione Consiglio Comunale e l’architetto Stefano Cerchiarini, responsabile del servizio Qualità del verde.
L’accusa, per tutti, a vario titolo è: deturpamento delle bellezze naturali e falso in atto pubblico. Il gup Francesco Bagnai ha fissato la prima udienza tra quasi un anno: 1 febbraio 2019. L’inchiesta è partita due anni fa con la denuncia di alcuni cittadini. Ma poi a quelle segnalazioni, nell’agosto scorso, se ne sono aggiunte altre firmate da residenti di viale Redi e dal movimento Cinquestelle per contestare il taglio degli ippocastani, che poi sono confluite nello stesso fascicolo. Al vaglio degli investigatori sono passati quarantanove lavori per la manutenzione del patrimonio arboreo assegnati tra il 2011 e il 2014. Opere , per un valore di oltre 1milione di euro (1.133,115 per la precisione), che sarebbero state conferite in «affidamento diretto», mediante il «cottimo fiduciario» o «con i contratti sotto soglia dei 40 mila euro», ma senza bandire una gara. Per la procura, appalti frazionati ad arte e assegnati a 17 imprese. Come i lavori relativi alla messa in sicurezza degli alberi sul percorso dei mondiali di ciclismo 2013. O le opere di «somma urgenza»per la riqualificazione del Parco delle Cascine. Ancora quelli per «somma urgenza» disposti a marzo del 2011 per la messa in sicurezza degli alberi compromessi dalla nevicata di tre mesi prima. Eppoi la rimozione della vegetazione lungo il viadotto all’Indiano assegnata anche quella per «somma urgenza» ma in realtà, secondo l’accusa, consisteva in una pulizia degli argini. Non risulta secondo il pm Gianni Tei «sia stata mai programmata una costante manutenzione ordinaria dal patrimonio arboreo, né attivato un servizio comunale, né bandita una gara per affidare un servizio a terzi».
Senza cura, numerosi alberi si sono così deteriorati. Da qui, secondo la procura, la decisione dei dirigenti comunali di abbatterli. Ippocastani recisi o decapitati delle fronde sui viali dei Colli e in quelli di circonvallazione, al parco delle Cascine, all’Albereta e in piazza della Vittoria senza, pare, l’autorizzazione della Soprintendenza. Operazioni che, per l’accusa, hanno distrutto, deteriorato e alterato la qualità del patrimonio arboreo, pregiudicando la bellezza naturale della città.