Il piano-figli dell’anti Boschi «No alla sostituzione etnica»
Giorgianni, dalle Vittime del Salvabanche alla candidatura. Inseguendo Maria Elena
Dalle manifestazioni sotto casa Renzi e casa Boschi alla corsa per un posto in Parlamento. La parabola di Letizia Giorgianni, leader dei risparmiatori di Etruria che accusano la banca di averli truffati e il governo di averli ingannati, è uguale e contraria a quella del renzismo. Più la questione Etruria diventava scottante, più il governo Renzi e il Pd erano costretti sulla difensiva, e più lei, la fondatrice dell’associazione «Vittime del Salvabanche», si faceva conoscere al grande pubblico. Fino a scendere nel campo politico, aderendo a Fratelli d’Italia e candidandosi alla Camera nel collegio uninominale di Firenze (oltre che in tutti e quattro i collegi plurinominali della Toscana, seppur mai in prima posizione). Ma perché non si è candidata ad Arezzo? Non sarebbe stato più coerente? «Domanda opportuna — annuisce Giorgianni in apertura del colloquio nella sede del Corriere Fiorentino — Io mi sono messa a disposizione di Fratelli d’Italia ed è stata lanciata questa candidatura simbolica sperando che a Firenze si candidasse Renzi, che da premier ha firmato insieme a Padoan il decreto “Salvabanche”. Invece lui ha deciso di correre al Senato, quindi niente scontro diretto. Peccato, a me sarebbe piaciuto: sono andata anche fino a Bolzano per avere uno scontro con la Boschi...».
È andata così. Qualche giorno fa Giorgianni ha preso il treno e ha raggiunto la città dove è candidata la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio per chiederle un confronto in piazza. Ma veramente pensava che Boschi avrebbe potuto accettare? O era solo una boutade elettorale? «Da parte sua sarebbe stata una mossa molto furba dire: “Va bene, parliamo di Etruria davanti ai giornalisti”. Avrebbe fatto un’ottima impressione a me e alla stampa», risponde Giorgianni, che di mestiere fa appunto la giornalista. «Invece sono andata perfino alla reception dell’hotel in cui alloggia a lasciare il mio nome, ma non ho avuto risposta». Scusi, ma visto che si parla di una cosa così importante come i risparmi di intere famiglie, non era meglio chiedere il confronto in una sede un pochino più istituzionale della hall di un albergo? «Magari! Ma non c’è mai stata occasione. Guardi che quando i nostri risparmi furono azzerati, noi manifestammo prima a Roma e poi davanti alla Leopolda, dove Padoan ci disse: “Avete ragione, ma purtroppo per un regolamento europeo lo Stato non potrà più mettere un centesimo a salvataggio delle banche”. E poi i soldi dello Stato sono stati usati per Mps e le banche venete... Ci siamo sentiti presi in giro ed è partita la protesta».
La scorsa settimana Renzi è andato ad Arezzo e ad accoglierlo c’erano anche i contestatori di Etruria, ma erano solo una decina. «Anche all’inizio le persone che riuscivo a coinvolgere nella battaglia di strada erano sempre le solite, molti non volevano metterci la faccia. Insomma c’era un po’ di omertà. Ma le farò una rivelazione». Prego. «Senza metterci il nome ho detto alle persone della nostra associazione: “Viene Renzi ad Arezzo? Andatelo a trovare... Io sono candidata e faccio l’interesse di FdI ma anche dei risparmiatori, voi potete andare lì senza bandiere». Ma ci sono stati anche risparmiatori compagni di lotta di Giorgianni che l’hanno contestata proprio perché ha deciso di candidarsi. Si sono sentiti strumentalizzati, forse. «È vero, c’è chi ha detto: “Ma non s’era detto che si rimaneva un’associazione apolitica?”. Però io ho capito che, dopo la chiusura della commissione d’inchiesta sulle banche, la vicenda sarebbe diventata solo un affare da avvocati. Bisogna portare la protesta ad un livello più alto».
E così, eccola in corsa con Fratelli d’Italia. «Io sono sempre stata di destra», ha detto Giorgianni durante la campagna elettorale. CasaPound appoggerebbe Salvini e non Meloni: dispiaciuta? «Sollevata, perché la mia è un’altra destra: io mi sentivo a casa in An, la destra delle regole, del rigore, la destra cattolica». E delle polemiche su fascismo e antifascismo che ne pensa? «Mi sono sempre sottratta a questa dinamica, mi entusiasma poco. Sono abituata a risolvere i problemi concreti della gente. È vero però che mi piace lo slogan “Prima gli italiani”: anche nella questione banche, gli italiani sono stati sacrificati in Europa e non è giusto».
La priorità di Giorgianni è un piano per la natalità: «Perché oggi fare un bambino è un lusso. Si dice che gli immigrati sono una risorsa perché fanno figli. Io non voglio urtare la sensibilità di nessuno, ma io essendo italiana non vorrei mai arrivare alla sostituzione etnica».
Dopo la chiusura della commissione banche la nostra protesta andava portata ad un livello più alto
La mia è un’altra destra rispetto a CasaPound Io mi sentivo a casa in An, la destra delle regole, cattolica, del rigore