A giudizio per gli steward: 8 anni dopo, coi reati prescritti
Tutto è iniziato nel 2010. Poi una serie di intoppi e di errori: nei guai in dodici, tra cui tre poliziotti
Otto anni di indagini e di contro-indagini (che hanno demolito molte accuse), un giudice che già anni fa aveva smontato l’inchiesta della Procura, dicendo no alle richieste di misure cautelari. Alla fine l’inchiesta lunga e accidentata sui corsi di formazione degli steward impegnati negli stadi e nei locali approderà comunque in un’aula di tribunale. Tra un anno, il 12 febbraio 2019, prenderà il via il processo per 12 persone, tra cui tre poliziotti e i titolari di alcune agenzie di steward. Tra i reati contestati, a vario titolo, ci sono la concussione, la corruzione, l’abuso d’ufficio, la rivelazione e l’utilizzazione di segreti d’ufficio. Sono tutti episodi avvenuti tra il 2007 e il 2013, quindi per molti arriverà la prescrizione prima dell’avvio del processo.
L’indagine riguarda i corsi di formazione degli steward che furono tenuti a Firenze da alcuni poliziotti della questura in servizio alla polizia amministrativa, la sezione incaricata dei controlli nei esercizi pubblici. Alcuni incarichi di docenza per i corsi di formazione erano stati assegnati a poliziotti, un modo — sostiene il pm — per orientare le decisioni sulle sanzioni ai locali a seguito di controlli. C’è anche un episodio di estorsione contestato: i titolari della società avrebbero preteso le dimissioni di un dipendente che però non ha riconosciuto la sua firma in calce al documento, versione confermata anche da una perizia calligrafica. Nel 2015 il pm aveva fatto richiesta di diverse misure cautelari ma il gip Paola Belsito non le aveva concesse sostenendo che non ci fossero indizi su molti episodi (per l’estorsione aveva invece ritenuto che non ci fossero le esigenze cautelari). Così nel novembre 2015 la Procura aveva mandato il primo avviso di conclusione indagini ma quando gli indagati avevano chiesto tutti gli atti dell’inchiesta era emerso che mancavano all’appello molti documenti. Così l’inchiesta si era nuovamente arenata e il pm aveva dovuto fare un nuovo avviso di conclusione delle indagini. Alla fine è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio e ieri, a otto mesi dall’avvio dell’udienza preliminare, il gup Maurizio Caivano ha mandato tutti a processo.
«Finalmente potremo fare luce in dibattimento su questa strana indagine — dice l’avvocato Federico Bagattini che assiste i titolari delle società di steward finite nel mirino — L’unico rammarico è che bisognerà aspettare un altro anno per andare davanti a un giudice. Proprio per questo abbiamo chiesto al gip il giudizio immediato ma neppure questo ci è stato concesso».
L’altolà inascoltato
Il pm aveva chiesto nel 2015 diverse misure cautelari ma il giudice non le aveva concesse perché aveva ritenuto gli indizi non sufficienti