San Felice, l’avvocato dei nuovi proprietari: no gogna, sì alle regole
Una lettera per rivendicare la «passione civica» e l’utilizzo degli artigiani
San Felice, qualcosa si muove. Per la prima volta si fa viva la proprietà che ha acquistato il palazzo dove è ospitata anche la farmacia e per la cui difesa hanno già firmato oltre duemila persone. Una proprietà che resta anonima e che parla tramite un legale, l’avvocato Antonio Gaddi. Una lettera in cui si punta il dito su sulla «gogna» contro una società che «ha già investito ed investe, per passione di Firenze, nella città di Firenze ed utilizza prettamente imprese ed artigiani fiorentini». Alla fine, conferma l’apertura al dialogo, annunciando che si muoverà «esclusivamente nei solchi dettati dalle regole, della correttezza e del buon senso, oltreché, come detto, dall’amore per Firenze assolutamente condiviso (al pari di quello per la verità)».
Verità sì, ma i soci della società non vogliono far conoscere (ancora) i loro nomi, neanche dopo l’incontro con il sindaco Dario Nardella. Nella lettera, si legge che hanno acquisito il palazzo «da meno di due giorni» e la società è «stupita della superficialità con la quale le sono state attribuiti progetti non ancora pensati» per un «investimento in fase di acquisto» su un palazzo da ristrutturare ampiamente. Il motivo per cui però, pare dal tono della lettera, si sono più arrabbiati (e forse, anche chiusi a riccio) è quanto è stato descritto sul futuro della farmacia.
Nessun sfratto, spiega Gaddi, «solo una disdetta per maggio del 2019». E se proprio si volesse parlare di rendita, si vada a vedere, invita l’avvocato, le «condizioni economiche passate ed attuali». Un riferimento ad un affitto basso che viene chiesto di portare a prezzi di mercato? Nella lettera non si danno cifre: chiediamo al farmacista di San Felice. «Guardi, finora ci siamo parlati solo tramite avvocati, ed il loro non trattava per il rinnovo. Forse dopo le firme hanno cambiato idea» spiega Piero Pacenti.