«Aiutateci a salvare la porta sfregiata»
Appello dei monaci di San Miniato a Palazzo Vecchio . È coperta da centinaia di scritte
«Forse ti voglio bene». «Micky ti amo». «Andry 6 bono». «Viola m...a» e accanto per par condicio «Juve m...a». Potremmo continuare all’infinito perché di questi messaggi — alcuni anche corredati da disegni osceni — se ne leggono a centinaia sulla porta cinquecentesca del monastero-fortezza di San Miniato al Monte, che corrisponde all’antico accesso alla basilica. Veri e propri atti di vandalismo contro i quali i monaci benedettini olivetani cercano di combattere da tempo senza però ottenere risultati, «perché da soli non si va da nessuna parte».
Qualche tempo fa sui bastioni di San Miniato si era anche pensato di installare delle telecamere di sicurezza con i loro occhi puntati proprio su quel portone ma di quel progetto non se ne è saputo più nulla, forse chissà è stato riposto in un cassetto. Sta di fatto che non c’è turista o scolaresca che non lasci un segno del proprio passaggio su quell’antico e prezioso ingresso: con pennarelli o incidendo il legno magari con un coltellino.
Il portone preso di mira dai vandali venne realizzato dal Sammarino (al secolo Giovanni Battista Belluzzi), l’architetto di Cosimo de’ Medici, «dopo l’Assedio di Firenze. A lui si devono due fortezze: il Forte Belvedere e San Miniato — spiega l’abate Bernardo Gianni — Quel portone, che in alto riporta lo stemma dei Medici realizzato dal Tribolo è pertinenza del Comune dal 1911». Ed è proprio a Palazzo Vecchio che padre Bernardo, e tutta la comunità monastica olivetana, rivolgono il loro appello affinché prima dei festeggiamenti per il millenario della basilica — che ricorre quest’anno — si possa pensare a un serio restauro.
«Passiamo davanti a quel portone tutti i giorni e vedere come è ridotto fa davvero male. Noi monaci cerchiamo di monitorare e sollecitare gli interventi ma più che comunicare i problemi al proprietario del bene non possiamo. Oltre al portone ci sarebbe da rimettere a posto anche l’androne e alcune aree del cimitero delle Porte Sante. Certo, il Comune fino a oggi ha fatto grandi sforzi per salvare dal degrado e dall’incuria tutto il complesso, che è molto migliorato rispetto agli anni passati, ma avremmo bisogno di uno scatto in più. Sarebbe bello poter festeggiare il compleanno di San Miniato al Monte con i nuovi restauri».
Sta di fatto che dopo l’ennesima scritta trovata sul grande portone del Sammarino — dal quale tempo fa qualcuno avrebbe anche perfino provato a portare via un «ricordo» — i benedettini olivetani hanno deciso di organizzarsi in turni, soprattutto quando ci sono tanti visitatori, per evitare altri imbrattamenti. Un padre guardiano si occuperà di vigilare contro quei vandali «che deturpano il nostro patrimonio storico e che scambiano muri, colonne e portoni per lavagne».