Il sesso, la droga Presa la banda dei pusher in pineta
Lucca, arresti e denunce. Tanti clienti segnalati
Boschi, pinete e casolari abbandonati della Lucchesia e della costa erano terreno fertile per lo spaccio di cocaina e per il sesso che alcune donne italiane erano disposte a concedere in cambio di una dose di droga, ma l’intervento dei carabinieri ha stroncato tutto, ponendo fine ad un giro d’affari da centinaia di migliaia di euro all’anno.
Sei le persone di nazionalità marocchina colpite da misure cautelari — un arresto e cinque divieti di dimora in provincia di Lucca —, cui ne vanno sommate altre tredici denunciate, ma nel mirino dei militari dell’Arma sono finiti anche una ottantina fra acquirenti e consumatori, in larga parte italiani fra i quali diverse donne, lucchesi e non solo, pronte a tutto — e anche a concedere il proprio corpo — per una dose. L’operazione del nucleo investigativo del comando provinciale di Lucca — denominata «wood» proprio per l’ambiente in cui avveniva lo spaccio — ha permesso di sgominare quella che gli inquirenti ritengono fosse una delle organizzazioni più importanti della Toscana nel traffico degli stupefacenti all’interno della comunità marocchina: al suo apice c’era una famiglia di stanza a Pescia, in provincia di Pistoia.
La droga — per lo più cocaina — veniva acquistata in partite di due o tre chili e poi smerciata a 200-300 grammi alla volta: una rete diffusa, che aveva base logistica in Lucchesia e si estendeva anche nelle province di Massa e nella zona di Galleno, nel comune fiorentino di Fucecchio.
La banda distribuiva la droga ai vari gestori delle piazze di spaccio costituite da zone boschive a Sorbano del Vescovo (frazione di Lucca) e Capannori, pinete (tra cui quelle di Viareggio e Follonica, in provincia di Grosseto) e campagne (in particolari in alcuni casolari abbandonati di Pietrasanta, in Versilia). Le ordinanze eseguite dai militari dell’Arma sono state emesse dal gip del tribunale di Lucca Antonia Aracri, al termine di una complessa indagine iniziata nel settembre 2016, circa un anno e mezzo fa: sequestrate centinaia di grammi di cocaina, denaro in contanti e 6 agende contenenti una vera e propria contabilità del traffico di cocaina gestito dalla famiglia a capo dell’organizzazione.
Da queste agende emerge come il giro dello spaccio di droga ammontasse a svariate centinaia di migliaia di euro e sono indicati anche i nomi degli spacciatori, tutti maghrebini. L’indagine ha inoltre consentito di appurare l’esistenza e l’utilizzo di documenti falsi da parte della gang per entrare e uscire liberamente dall’Italia.