Corriere Fiorentino

Uno psicologo per i compagni E Saponara: ora chi sgriderà i più giovani?

Oggi la ripresa degli allenament­i. Antognoni: «Un esempio di lealtà»

- Di Duccio Zoccolini

Il cellulare tra le mani, la pioggia fuori dalla finestra e un vuoto dentro impossibil­e da colmare. Il «giorno dopo» per i giocatori della Fiorentina è passato così. Per alcuni è stato, se possibile, ancor peggiore della domenica, per quei tanti che hanno impiegato ore per capire che quell’assurda tragedia che ha portato via per sempre il loro capitano era vera.

Molti hanno sperato in un incubo, anche se in realtà in pochissimi sono riusciti a dormire. Ognuno a casa propria, con le proprie famiglie. No calcio, no centro sportivo, no Fiorentina. Ma solo la voglia, per quanto possibile, di nascondere anche solo per qualche secondo una domenica così drammatica.

Il giorno libero concesso da Pioli era deciso già prima della gara di Udine e il programma non è cambiato. Oggi riprendono gli allenament­i, almeno così dice il programma sul sito ufficiale, anche se poi da allenare ora come ora c’è ben poco. Staranno tutti insieme, pranzo alle 12.30 ai campini e poi alle 15 sul campo. Guai ad arrivare un minuto dopo, perché il capitano a queste cose ci teneva e i suoi compagni lo sanno benissimo. Prima li sgridava e poi sorrideva. Pioli parlerà a tutti, stessa cosa faranno i dirigenti. Possibile che il club decida di farsi aiutare da un psicologo per affrontare il lutto e provare a supportare e seguire personalme­nte ogni calciatore nelle prossime settimane.

Nessuno è uscito di casa, ieri. In silenzio, con il cellulare tra le mani qualcuno ha scritto alla famiglia. Qualche messaggio, in attesa poi di incontrars­i domani alla camera ardente a Coverciano o al funerale giovedì. Ai social si è affidato l’amico Saponara: «O capitano, mio capitano. Perché non sei sceso a fare colazione insieme a noi? Perché non sei venuto a bere la tua solita spremuta ? Ora ci diranno che la vita scorre, che lo sguardo va puntato avanti e dovremo rialzarci, ma che sapore avrà la tua assenza? Chi sgriderà i più giovani e chi responsabi­lizzerà i più esperti? Su chi appoggerò la mia spalla dopo un allenament­o estenuante? Torna a Firenze, ti attendono in sede per rinnovare il contratto. Esci da quella maledetta stanza. Nella vita ci sono persone che conosci da sempre con le quali non legherai mai, poi ci sono i Davide che ti entrano dentro con un semplice “Benvenuto a Firenze Ricky”. Ovunque tu sia ora, continua a difendere la nostra porta e dalle retrovie illuminaci il giusto cammino».

Poche parole per Giancarlo Antognoni , ma piene di significat­o: «Sei stato un esempio di correttezz­a, lealtà e attaccamen­to alla maglia. Un vero capitano ed io con tutto il mio cuore posso dire senza offendere nessuno che mi sono rivisto in te. Ciao Davide, Capitano, ci mancherai tanto!».

La lettera di Saponara

«O capitano, mio capitano. Perché non sei sceso a fare colazione insieme a noi? Perché non sei venuto a bere la tua spremuta?»

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Giancarlo Antognoni

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