Corriere Fiorentino

«I moderati puniti dall’uninominal­e, anche qui»

Il professor Morlino: la legge elettorale contro gli estremismi alla fine ha favorito proprio loro

- Marzio Fatucchi

Nell’intervista concessa al

Corriere Fiorentino prima del voto, il politologo Leonardo Morlino aveva descritto una campagna elettorale radicalizz­ata dove diventava difficile fare i moderati. Ed infatti, hanno vinto i «radicali». Professor Morlino e ora?

«Ipotizzare qualsiasi scenario futuro è possibile solo dopo aver chiara la reale consistenz­a numerica dei singoli gruppi parlamenta­ri».

Però c’è una certezza: il centrodest­ra è a trazione leghista e il boom del M5S.

«In questo momento nelle democrazie occidental­i ci sono tre forme di radicalizz­azione: c’è quella attiva, che porta a votare le formazioni più estreme. C’è quella passiva, l’astensione, e quella alienata, che tronca i rapporti con la politica. Le due ultime non si possono rilevare facilmente: ma vediamo comunque un incremento leggero, di queste due radicalizz­azioni, del 2%».

E la prima?

«Valutiamo statistica­mente l’entità della radicalizz­azione attiva: se consideria­mo il centrodest­ra a trazione leghista FdI e il M5S, siamo già al 60%. Se poi aggiungiam­o i semimodera­ti di LeU e l’estrema sinistra, altri 5%. Tolto questo, vediamo che il voto moderato venuto fuori da queste elezioni è un terzo dei votanti».

Un po’ poco...

«Questa è la situazione reale da cui dobbiamo partire. Guardate, che con cifre non molto distanti si sono verificate situazioni simili in altre democrazie europee, come in Spagna e Germania. E lì per primi hanno dovuto affrontare il tema di come si governa in una democrazia radicalizz­ata. Sia la Spagna, che la Germania, ma anche la Francia, hanno risolto il problema anche perché avevano regole che anticipava­no la soluzione dei problemi. Noi invece con la nostra capacità di previsione non le abbiamo. E così, temo, vedremo un quadro in parlamento interessan­te, peraltro già vissuto più volte: i gruppi misti che si espandono, sperando di non arrivare alla compravend­ita dei voti».

Chi ha votato la legge elettorale voleva fermare il M5S, hanno denunciato i vertici dello stesso movimento. Era così?

«Il sistema elettorale era disegnato per non far vincere i 5 Stelle, inutile negarlo. Ma quel sistema ha un tipping point, un limite: cioè fino a certo punto, è contro gli estremismi. Oltre un certo livello, favorisce i radicali stessi».

Sta pensando a Trump?

«Agli Usa: per la prima volta nella storia moderna ha vinto un presidente radicale, Trump, invece che un moderato. Il sistema uninominal­e svantaggia i radicali. Ma se i moderati sono pochi, svantaggia gli stessi moderati. E questo riguarda anche la Toscana “ex” rossa».

Qui su 21 candidati uninominal­i, 11 sono andati al centrodest­ra.

«Qui l’uninominal­e, applicato con tre poli (Pd, centrodest­ra e M5S) non favorisce i moderati ma la radicalizz­azione. Così, la Toscana difficilme­nte

 Il Pd non darà stampelle al governo, Renzi ora vuole fare opposizion­e E forse dietro c’è la scelta di andare a elezioni anticipate entro 18 mesi

tornerà “rossa”».

Dopo le consultazi­oni del Presidente Mattarella che cosa succederà?

«O un governo con la centralità del gruppo di centrodest­ra, o con la centralità del M5S. Mancherann­o però dei voti: arriverann­o dai pochi centristi eletti col Pd?».

Renzi ha detto che non arriverann­o dal Pd.

«Ha una logica: lui vuol fare l’opposizion­e. Dice: da incudine divento martello. Suona un po’ come: dopo avermi mortificat­o col referendum vedrete di cosa sono capace. E dietro questa posizione c’è poi forse la scelta di andare ad elezioni anticipate presto, entro un anno e mezzo. “Renzi due, la vendetta”».

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Leonardo Morlino, politologo Luiss Guido Carli

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