«Ora il Pd blinderà Rossi, per evitare il suicidio»
Il professor Tarchi: addio fortezza per demeriti del partito. Renzi? Il copione ha stufato
Addio Toscana rossa, più per demeriti del Partito democratico che per meriti degli avversari di centrodestra o a Cinque Stelle. Secondo il professor Marco Tarchi, politologo dell’Università di Firenze, anche in Toscana «qualcuno si è accorto della fine della guerra fredda», ma almeno la guerra fredda tra LeU e Pd è destinata a fermarsi: «Rossi non rischia di essere disarcionato subito. Sarebbe un suicidio per il Partito democratico».
Professor Tarchi, i vincitori delle elezioni sono il Movimento Cinque Stelle e la Lega. Cosa succede al sistema politico ora che hanno vinto gli anti-sistema?
«Niente di sconvolgente. Si tratterà di trovare una formula di governo possibile, oppure di varare un esecutivo di breve transizione e tornare alle urne. Il vero problema sarà la ricerca di un’eventuale nuova legge elettorale: benché ormai sia diventato un nuovo sport nazionale, non sarà facile trovare ulteriori marchingegni per assicurare la tanto declamata governabilità ai vecchi partiti, che la desiderano. Il famoso maggioritario, sia a uno che a due turni, rischierebbe seriamente di far trionfare il M5S, prospettiva che a quei partiti è indigeribile».
Prima del voto lei, al pari di molti altri osservatori, si aspettava uno scenario che avrebbe portato ad governo del presidente basato su un compromesso Pd-Forza Italia. Oggi i risultati ci dicono
che è possibile un governo a maggioranza M5S-LegaFdi: lei lo reputa possibile?
«Al momento, no. I tempi non sono maturi e l’operazione avrebbe probabilmente più detrattori che estimatori in ognuno dei tre elettorati. Elementi di contiguità non mancano, soprattutto fra Lega e M5S, ma c’è anche un problema di concorrenza diretta che porta ad enfatizzare i punti di disaccordo. Continuo a non escludere un provvisorio governo del presidente».
Lei si aspettava il crollo del Pd in queste dimensioni?
«Più o meno. La quota 20% mi sembrava probabile. Scendere al di sotto, era difficile immaginarlo. Se si rivotasse oggi, chissà a che
quota sprofonderebbe». Quali sono stati gli errori di Renzi?
«Mantenere un atteggiamento sbruffone e impostare la polemica con gli avversari, specialmente il M5S, sul tono del disprezzo e del sarcasmo. Il copione ha stufato molti».
Nel centrodestra la Lega sopravanza Forza Italia, sia a livello nazionale che regionale. È la fine del berlusconismo?
«Penso di sì, anche se Berlusconi non rinuncerà a contrastare, dietro le quinte, il ruolo trainante di Salvini, che penso consideri un affronto personale».
In Toscana i Democratici restano in testa ma di poco, e il centrodestra ha vinto collegi considerati blindati
Ora il vero problema è la ricerca di una nuova legge elettorale Non sarà facile trovare altri marchingegni per assicurare ai vecchi partiti la governabilità
per il centrosinistra. L’epoca delle «regioni rosse» è finita più per demeriti del partito egemone o dei suoi avversari?
«Per demeriti del partito egemone e perché una parte della base immarcescibile ha iniziato a rendersi conto che l’epoca della guerra fredda si è conclusa. Gli avversari, salvo la Lega, hanno fatto ben poco per ribaltare la situazione, M5S incluso.
Anche Liberi e Uguali delude: in Toscana rischia di non arrivare al 5%...
«Mi sembra un progetto fallimentare. Ma almeno Rossi non rischia di essere disarcionato subito: il Pd si suiciderebbe».