E Rossi sconfitto non si arrende: «Serve più sinistra»
«Il Pd è stato sconfitto e noi siamo andati male: ma la ricetta non è meno sinistra, è più sinistra». Enrico Rossi, di LeU, domenica notte ha seguito i risultati a Roma, nella sede del neonato movimento, e solo ieri pomeriggio è rientrato a Firenze. Amareggiato per i risultati, ma deciso a vedere il bicchiere mezzo pieno, come il coordinamento regionale del partito che ha commentato: «Abbiamo perso, ma abbiamo combattuto. Ora andiamo avanti». «Abbiamo perso perché gli italiani hanno indirizzato la protesta ed il disagio sociale, che c’è ed è profondo, non verso la sinistra ma verso Lega e M5S — spiega il governatore della Toscana — Occorre lavorare alla costruzione di una sinistra coerente nelle idee e nei programmi, con la coesione sociale al centro; non con un’ottica blairiana ma guardando a Corbin e Sanders». Nessun pentimento per lo strappo dal Pd? «Anzi. Semmai mi sono deciso troppo tardi. Il Pd di Renzi ha fatto politiche di centrodestra ed anche così si spiega la sconfitta dem. Sarebbe un buon punto di partenza per la costruzione di una nuova sinistra che Pd e LeU stessero assieme all’opposizione in Parlamento». Niente rammarico anche per l’esito del voto: «Abbiamo avuto solo tre mesi per fare campagna elettorale, andando in Toscana meglio che altrove anche se ci aspettavamo di più: 100.000 voti non sono pochi. È una base per partire, anche per le elezioni amministrative: serve un’alleanza ampia di centrosinistra, che includa le forze sociali. E resta il mio impegno forte in Regione con l’accordo di programma con il Pd. Faccio notare — aggiunge — che la Toscana resta l’unica regione in cui sommando i voti di Pd ed alleati ed i nostri c’è una maggioranza che supera sia il centrodestra che M5S». Anche se Rossi spera insomma in un Pd diverso: «Renzi? È un problema che riguarda lui ed il partito, dico solo che ammettere la sconfitta e fare un passo indietro non significa uscire dalla politica. E che la sinistra vince se fa cose di sinistra».