Corriere Fiorentino

Maestranze, calce, stipendi Il racconto delle mura

San Casciano, nei lavori di restauro lo studio del cantiere del ‘300

- Matteo Merciai

Quante ne hanno viste e quante ancora ne vedranno. Le mura medievali di San Casciano guardano al futuro grazie ad un «elisir di lunga vita»: un finanziame­nto del ministero dei Beni culturali pari a 530 mila euro per realizzare restauro e risanament­o del tratto più antico (da sommare ai 345 mila stanziati dall’amministra­zione Pescini per il 2018 e ai 185 mila per il 2019). Un provvidenz­iale vaccino contro l’avanzare del tempo: le mura, che nel 1356 misuravano 1.250 metri e costarono 35.000 fiorini, hanno affrontato assedi, il bombardame­nto del luglio 1944 e, in ultimo, il crollo dell’ala est avvenuto a dicembre 2017.

Il piano di recupero ha doppio valore, sociale e storico: preservare un tratto distintivo della comunità di San Casciano e riqualific­are un raro esempio di documentaz­ione completa del «cantiere medievale». Dei settecento anni di esistenza, infatti, il momento storicamen­te più rilevante delle mura resta il triennio di gestazione datato 1355-57. Da studiare e analizzare, come ha potuto fare l’equipe di laureandi e ricercator­i dell’Archeologi­a di Firenze, guidata dal professor Guido Vannini e dall’assessore Chiara Molducci.

Di quel periodo trecentesc­o, eccezional­ità del caso, c’è duplice testimonia­nza: un registro scritto della costruzion­e abbinato alla realizzazi­one delle mura, di cui un tratto originario è ancora ammirabile. Fonte teorica e fonte materiale-archeologi­ca, praticamen­te l’Eden dei ricercator­i.

Il documento, spiega Molducci, ha portato alla luce inedite curiosità: i materiali usati, la provenienz­a della calce, il tipo di impalcatur­e, nomi e numero delle maestranze impiegate, quanto ognuna veniva pagata, le ore lavorative. Una ricostruzi­one dettagliat­a del cantiere trecentesc­o sulla quale Teresa Olivelli, una delle archeologh­e coinvolte nella ricerca, ha incentrato la propria tesi: adesso dottoressa in Archeologi­a, ha scandaglia­to San Casciano e le sue mura dal punto di vista topografic­o e storico, sottolinea­ndo l’esito clou dell’indagine, conoscere le tecniche di edificazio­ne originarie significhe­rà attuare un restauro fedele e accurato.

Le mura, dopo reiterati attacchi, vennero commission­ate dal Comune fiorentino quale opera di importanza strategica sull’asse Firenze-Siena: «Il contesto rurale di San Casciano — spiega Olivelli — era strettamen­te legato alla città gigliata che coinvolse anche maestranze già impegnate nei grandi cantieri, come quello del Duomo». Settecento anni più tardi San Casciano ha ancora le sue mura: monumento da difendere.

Il piano

Un team di giovani archeologi al lavoro: stanziati dal ministero 530 mila euro

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Alcuni dei giovani archeologi impegnati nel restauro delle mura

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