In Vespa con Maria, la donna del baccalà
Dissero a Fabio: «Vieni a vedere questa giovane attrice straordinaria». Lui non andava. Poi capitò al Teatro di Rifredi e la vide. Rimase stupefatto. C’era un momento, nello spettacolo, da enciclopedia del teatro mondiale. Maria andò a mangiare nel ristorante di Fabio, lui si avvicinò e le disse. «Ti ho visto». E le rivolse complimenti brevi e mirati. Nei giorni successivi lei passò spesso dalle parti del ristorante, lui usciva ancora più spesso e indossava dei pantaloni verdi per farsi individuare. I loro sentieri si incrociarono, lui le regalò un libro in cui una ragazza genera stati onirici nella mente del fidanzato. Fabio era sposato e con quattro figli, anche lei era impegnata. La perfetta sovrapposizione dei sentieri non era facile. In precedenza Fabio aveva parlato per un anno con uno psicanalista junghiano che gli aveva detto: «Non ti preoccupare, prima o poi la incontrerai e la riconoscerai». Sul momento non aveva capito, ma adesso l’aveva riconosciuta. Un amico gli chiese: «Ti sei mai drogato?». «No, ma una volta sono andato in Vespa con Maria Cassi». Lei sentì di aver scavallato un punto da cui non poteva tornare indietro. Ciò presentava aspetti spaventosi, dato che nessuno dei due era libero. Cominciarono a edificare il futuro mattoncino su mattoncino, cercando di causare meno dolore possibile durante i lavori. Maria andava incontro a un’intera struttura famigliare, con quattro figli. Amò il pacchetto completo. Lui era disinvolto, lei lo esortava alla prudenza. Entrambi esprimevano il sentimento come lampadine accese all’unisono. Alla loro relazione non mancava niente, neanche i litigi. Lei spaccava bicchieri e andava a dormire altrove. Fabio cadeva in stati di concentrazione profonda, non si rendeva conto di niente, la sua anima volava alta librandosi in visioni alimentari. Se fosse stato un musicista nessuno avrebbe avuto da ridire. Invece Fabio si concentrava, magari, su come il pane assorbe il burro, diventava ora pane e ora burro. Maria all’inizio non capiva. Anche lei aveva le sue stranezze: entrava in stati catatonici, poi esplodeva e scriveva uno spettacolo. Quando uscivano dalle rispettive visioni si divertivano tantissimo, riuscivano a prendersi vacanze anche di mezz’ora, magari andando in albergo a Firenze: così, senza peccato. Una volta andarono a Parigi, Maria si entusiasmò per un piatto delizioso e lui pensò: «Posso fare di meglio». Tornati a Firenze le presentò il baccalà alla Cassi. Da allora Maria è conosciuta tra le amiche come l’unica donna al mondo che fa sogni erotici col marito protagonista.