E il Senegal dichiara il lutto nazionale I giornali: atto razzista
«Garantire la protezione dei senegalesi residenti in Italia e fare piena luce sull’omicidio di Idy Diene». Non lascia spazio a interpretazioni il comunicato a firma del presidente della Repubblica Macky Sall che il governo senegalese ha recapitato al governo italiano (e al sindaco di Firenze Dario Nardella) all’indomani dell’assassinio di Idy attraverso i canali diplomatici. Il capo dello Stato africano, si legge nella nota ripresa da tutti i mezzi di informazione di quel Paese, «condanna con la massima fermezza il grave fatto di cronaca che ha visto coinvolto un nostro connazionale, vittima di un atto barbarico e razzista». Per l’ambulante ucciso su Ponte Vespucci — il feretro arriverà oggi in Senegal e sarà accolto con tutti gli onori — il presidente Sall ha indetto il lutto nazionale e con molta probabilità sarà presente anche lui, insieme a una nutrita rappresentanza di ministri e parlamentari, ai funerali che si celebreranno a Mont Rolland, villaggio natale di Idy, nella regione di Thies.
Macky Sall, nel documento licenziato dal Consiglio di governo a inizio settimana, sottolinea e ripete più volte che «le autorità italiane hanno l’obbligo di fare piena luce sull’omicidio e devono prendere tutte le misure appropriate per assicurare la protezione dei senegalesi residenti in Italia».
Il comunicato a firma del capo di Stato, come era immaginabile, è stato ampiamente riportato e approfondito dai siti internet, dai quotidiani e dalle agenzie di stampa senegalesi che su quella sparatoria non hanno alcun dubbio o tentennamento e parlano apertamente di razzismo. Come, ad esempio, il Sud Quotidien, o anche Senenews.com, che all’argomento ha dedicato almeno una decina di articoli a firma del giornalista Ndeye Fatou Thiaw. Il cronista, all’indomani dell’assassinio, nel suo reportage da Mont Rolland scrive che «Idy è stato ucciso da un uomo bianco che ha privato i suoi fratelli e sorelle, le sue quattro mogli ed i suoi otto figli dell’unica fonte di reddito. E Douda Diene, parente della vittima, ha esortato il governo senegalese a prendere il toro per le corna, a farsi sentire in ambito internazionale e a fare di tutto per estirpare questo male che vede i senegalesi cadere sotto i colpi di persone fuori di testa». Su Rewmi.com, invece, è il presidente della Lega Democratica a parlare di Idy: «Il vile assassinio di Firenze — si legge sul sito — ha provocato una grande rabbia. Il governo deve fare di tutto per la sicurezza dei nostri connazionali». Poi c’è uno dei siti web più letti dalla comunità senegalese, Leral.net, che nei suoi servizi in tv e su internet, mostra la foto di Roberto Pirrone intento a sparare con la sua carabina e come didascalia si legge: «L’assassino prima di ammazzare Idy ha lasciato la sua bella casa nel quartiere più cool del mondo, l’Oltrarno».
Ma ci sono anche alcuni approfondimenti, con video e foto, che riguardano i danneggiamenti causati da alcuni senegalesi in via Calzaiuoli la sera di lunedì 5 marzo, la manifestazione pacifica di sabato scorso che ha richiamato a Firenze circa 15 mila persone e infine un lungo editoriale sul tragico destino che ha legato Idy al cugino Modou Samb, ucciso insieme a Diop Mor in piazza Dalmazia nel 2011 da Gianluca Casseri. «Una coincidenza drammatica — scrive Leral.net – il destino ha voluto che fossero vicini. Dopo gli eventi del 2011, Idy aveva “adottato” la figlia di Modou e aveva dato un futuro a Rokhaya Mbengue, vedova del familiare, una donna che ora piange un’altra persona uccisa a Firenze». Ed è proprio Rokhaya, che Idy chiamava Kenne, a rilasciare una lunga intervista video in cui ammette di avere paura e di essere troppo traumatizzata per restare in Italia. Al centro dei servizi di Tv5 Monde Afrique c’è stata principalmente la manifestazione di sabato, e l’altro sito d’informazione, Xalimasn.com si è occupato della vicenda senza mai usare la parola «razzista», riconoscendo a Firenze il merito di essere «la città che dell’integrazione ne ha fatta una bandiera».