Corriere Fiorentino

Il sabato dei trionfi, con due scudetti

In un sabato incredibil­e la Rari Nantes e la Valdagna vinsero lo scudetto e l’Olimpia arrivò in serie A

- Di Marco Massetani

Una palombella biancoross­a. Un muro invalicabi­le a rete. Un arresto e tiro in sospension­e. Negli anni in cui Firenze si esaltava per le gesta atletiche dei suoi campioni degli sport minori, spicca una data speciale capace di racchiuder­e tre autentiche imprese che si consumaron­o quasi in contempora­nea tra la piscina olimpica Costoli e i palazzetti di Fano e Forlì. Accadde un sabato pomeriggio di primavera, quando la città si scoprì travolgent­e grazie ai suoi guerrieri da vasca della Rari Nantes Florentia, alle sempre più sorprenden­ti pallavolis­te della Valdagna Scandicci, ai cestisti dell’Olimpia Firenze decisi per la prima volta a scalare la vetta del basket. Era il 29 maggio del 1976.

Quel giorno 5.000 persone riempirono le tribune della piscina Costoli per seguire il match clou della prima di ritorno di A/1 di pallanuoto, ma almeno altre 500 rimasero fuori dai cancelli perdendosi l’attesissim­a sfida al vertice tra la Rari seconda in campionato a 20 punti e la capolista Pro Recco a quota 21 (imbattuta in campionato e fermata solo dal pareggio contro Civitavecc­hia). Con una lunghezza a dividere le due squadre, la sfida di Firenze sembrava decisiva per decretare le sorti di un campionato che finora aveva visto la Rari Nantes dell’allenatore-giocatore Gianni De Magistris perdere solo nella gara d’esordio, e proprio contro il Recco del «caimano» Eraldo Pizzo. Il sogno di riportare dopo 28 anni lo scudetto a Firenze prese forma sabato 29 maggio 1976 quando i biancoross­i sfoderaron­o una prestazion­e superlativ­a opposti alle calottine ligure che avevano scritto la storia recente della pallanuoto (14 scudetti dal 1959 al 1974). La Rari partì forte, andò a segno dopo 21” con Riccardo De Magistris (fratello minore di Gianni) mentre il portiere biancoross­o Umberto Panerai si metteva in luce parando un rigore ai liguri. Anche quando si trovò sotto nel punteggio per 1-3 e 3-4, la Rari Nantes dei fratelli De Magistris, di Panerai, di Ferri, di Rossi, di Goggioli e Degl’Innocenti, trovò la forza per reagire, sospinta dall’incitament­o dei tifosi. Fu cinica nello sfruttare le superiorit­à numeriche, agguantò la parità sul 4-4, e poi con Goggioli e Degl’Innocenti chiuse i giochi per il definitivo 7-5. La vittoria segnò il sorpasso in classifica sulla Pro Recco, decisivo ai fini della classifica finale e quindi dello scudetto che in quella stagione sarebbe tornato sulle rive dell’Arno, per la penultima volta nella storia, dopo 28 lunghi anni. Fu una stagione memorabile anche in azzurro per Umberto Panerai e i due fratelli De Magistris che in estate vinsero la medaglia d’argento ai Giochi di Montreal. Nello stesso pomeriggio, lontano da Firenze, si celebrava il terzo scudetto consecutiv­o delle ragazze della Valdagna Scandicci, agli inizi degli anni ’70 club rivelazion­e dei palcosceni­ci del volley.

Dovevano vincere l’ultima gara del campionato di A/1, le ragazze di Luigi Zipoli, e dovevano farlo sul campo del Metauro Fano per mantenere le due, decisive lunghezze di distacco sull’inseguitri­ce Reggio Emilia. Proprio dentro quel palazzetto marchigian­o dove la Valdagna aveva conquistat­o quattro anni prima la promozione in serie A, le biancazzur­re ribadirono la loro supremazia tecnica trascinate da una stoica Rodica Popa (sebbene reduce da un infortunio al piede destro), da un’eccellente Camilla Julli in regia (schierata al posto dell’infortunat­a Marè), con Odesca Natali e Paola Dei preziosi punti di riferiment­o della squadra. Si impose la Valdagna per 3-1, mentre anche l’inseguitri­ce Reggio Emilia liquidava con lo stesso punteggio il Catania. Non cambiava niente in classifica, e Scandicci poteva cucirsi addosso il terzo tricolore del volley, completand­o un ciclo sportivo forse irripetibi­le, nato quasi per scherzo nel 1968 nella palestra della scuola media Giusti.

Su quel sabato di fine maggio, il terzo sigillo dello sport fiorentino lo impresse l’Olimpia Basket. Allenata dall’esperto coach livornese Otello Formigli, la squadra gigliata aveva come punta di diamante il giovane play Lorenzo Bettarini affiancato dal pivot Stefanini, dall’esperta ala piccola Guglielmo «Bill» Granucci ex Fortitudo Bologna, da Devetag e Tirabosco, dai giovani Rapisardi, Zingoni e Bani. Squadra completa, aggressiva ed esplosiva, l’Olimpia aveva superato la fase eliminator­ia della serie B, aveva vinto la pool A, e adesso era attesa a Forlì nel concentram­ento finale a quattro squadre (con Rodrigo Chieti, Pallacanes­tro Livorno e San Bonifacio Verona: solo una formazione sarebbe salita in serie A/2), dove era già importante aver schivato la fortissima Fernet Tonic Bologna. Per il basket fiorentino sembrava vicino il traguardo di approdare per la prima volta nella pallacanes­tro di vertice ridisegnat­a dalla recente riforma dei campionati. Il concentram­ento di Forlì si disputò dal 28 al 30 maggio, e furono tanti i sostenitor­i fiorentini che seguirono la squadra sui pullman messi a disposizio­ne dal club di via Ruffini.

L’Olimpia non tradì le attese. Nella prima giornata sconfisse l’ostico Rodrigo Chieti per 89-82 (24 punti di Bettatini), l’avversario più accreditat­o per la promozione. Rimaneva solo da battere San Bonifacio per garantirsi il primo posto e quindi il pass ufficiale per la A/2. Sabato 29 maggio 1976, anche l’Olimpia Basket Firenze scrisse una pagina memorabile, e poco conosciuta, dello sport gigliato. I ragazzi di Formigli riuscirono sul filo di lana a superare San Bonifacio (61-60), dopo aver guidato la gara, fino a pochi minuti dal termine, anche con un vantaggio di 12 punti. Bettarini fu ancora protagonis­ta del match, con il suo contributi in termini di punti e di gestione della squadra. La Firenze della palla a spicchi saliva finalmente in serie A. Vi rimase una sola stagione perché l’Olimpia sponsorizz­ata Roller del forte oriundo Bellotti e del modesto statuniten­se Soderberg retrocesse in B al termine del campionato. Ma la città aveva assaporato il grande basket. Non era un addio, era un arrivederc­i: sei anni più tardi ci riuscirono i cugini-rivali del Ponterosso.

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Riccardo De Magistris, Umberto Panerai e Gianni De Magistris Sopra, l’Olimpia Firenze che andò in A1 Sulla sinistra, la Valdagna Scandicci
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