«Ma non si può tornare al tutti contro Firenze»
Ranaldo, presidente di Confindustria Toscana: così rischiamo di far fuggire chi investe
Dall’azienda di famiglia a Capalle, Alessio Ranaldo, presidente di Confindustria Toscana, ha seguito «a distanza» le notizie sulla conferenza stampa dei sindaci No pista.
Presidente che effetto le hanno fatto i sindaci che hanno detto che rappresentano il no di 400.000 cittadini?
«Io non sono d’accordo, ma i sindaci sono soggetti legittimati a fare ricorso e quindi non commento, anche se certo speravo in altro. Le mie paure, condivise da tutta Confindustria, sono due».
Quali paure?
«La prima è che si ricrei un vecchio schema, che si è ripresentato nei giorni scorsi ed invece deve rimanere relegato al passato, di una contrapposizione di tutti i Comuni della cintura contro Firenze. Qui parliamo di sviluppo del sistema toscano, con Pisa e Firenze non più in concorrenza, che deve competere con Bologna. Il secondo timore è che ai ritardi già accumulati se ne aggiungano altri e gli investitori se ne vadano».
C’è il rischio di perdita di investimenti?
«È un rischio reale. In un mondo che ragiona in ottica globale se noi stiamo fermi gli investitori scappano. La Toscana è a metà del guado, più lenta delle regioni del Nord e più avanti di quelle del Sud ma o acceleriamo o anneghiamo. E la certezza di tempi è essenziale per chi è sul territorio e vuole crescere o per chi vuole arrivare. Invece in Italia c’è una incredibile confusione di norme e interpretazioni, che disorienta».
Cosa dice ai cittadini preoccupati per la nuova pista?
«Tutta la procedura è stata fatta, come è logico che sia, seguendo le normative italiane ed europee, in piena legalità. E la Valutazione di impatto ambientale è arrivata quindi l’opera si può realizzare rispettando l’ambiente. I ricorsi al Tar sono legittimi, ma il problema è un altro».
La possibilità di ripartire da capo?
«Esattamente. Si deve discutere, confrontarsi, fare approfondimenti tecnici, durante i quali peraltro si possono presentare osservazioni, ma una volta presa la decisione non si dovrebbe poter ricorrere; anche perché poi ci sono i ricorsi sui ricorsi, ci vogliono anni prima di sapere cosa decidono i giudici».
Ma la nuova pista si farà? «Lo spero, come auspico che la Regione si faccia garante di tutti. Nell’area di Firenze e della Toscana centrale ci sono partite decisive, il Vespucci, l’interporto, le terze corsie autostradali, l’Alta velocità e non possiamo perderle. Per la ricchezza servono infrastrutture che aiutino lo sviluppo e la manifattura, quindi il lavoro».
Partite da non perdere
Per la ricchezza servono infrastrutture che aiutino lo sviluppo e la manifattura, quindi il lavoro