Tallio nell’acqua, due rinviati a giudizio: «Intervennero tardi»
Due rinvii a giudizio per la vicenda del tallio. La presenza del metallo nelle acque dei torrenti e delle abitazioni Pietrasanta fu riscontrata alla fine del 2014 con valori nettamente superiori ai limiti di legge, scatenando un vero e proprio caso. A finire a processo, che prenderà il via il prossimo 3 luglio a Lucca, saranno la responsabile del dipartimento di prevenzione della Usl Ida Aragona e il responsabile dell’area tecnica (all’epoca dei fatti) del gestore idrico Gaia Francesco Di Martino. Aragona e Di Martino sono accusati, nella sostanza, di non essere intervenuti tempestivam ente nonostante fosse emersa già dal 2013, attraverso un campioname nto effettuato da Arpat, la presenza di tallio a Valdicastello, frazione di Pietrasanta le cui acque confluiscono anche sul capoluogo, vale a dire oltre un anno prima dell’ordinanza di divieto di utilizzo potabile delle acque emessa poi dal Comune nell’ottobre 2014 dopo successivi controlli (le famiglie furono rifornite di acqua con autobotti). Esultano le oltre 100 famiglie costituite parte civile: «Finalmente avremo delle risposte su una vicenda segnata da gravi negligenze», dice l’avvocato Gabriele Dalle Luche, uno dei legali delle parti civili. Ad oggi gli effetti del tallio sulla salute umana sono ancora in parte ignoti, ma la scienza lo cataloga comunque come un metallo pericoloso e potenzialmente nocivo.