Fattoria di Celle: apre la Serra dei Poeti
A Pistoia la collezione Gori si arricchisce dell’opera ideata da Veronesi e Mati
Quattro file di cipressi convergono, come una freccia, verso una speciale serra, punto focale al quale l’occhio è sospinto e dal quale gli alberi sembrano irradiarsi verso l’infinito. Nasce così, dall’unione di due distinti interventi di arte ambientale – «Focus» di Andrea M. N. Mati, paesaggista e compositore, e «La Serra» dello scrittore Sandro Veronesi – l’ottantesima installazione nel parco della Fattoria di Celle, intitolata «La serra dei poeti» e voluta dopo la distruzione di 550 piante secolari provocata dalla tempesta del 5 marzo 2015. Un’opera, questa, che il collezionista Giuliano Gori ha presentato ieri, nella Giornata mondiale della poesia e per pura coincidenza in un giorno di allerta per vento forte. «Marzo per noi è una ricorrenza, in bene e in male - dice Gori – perché in questo mese, molti anni fa, mentre mi trovavo al museo di arte catalana di Barcellona, sono stato ispirato dall’idea di riportare gli artisti a diretto contatto con il committente. E sempre di marzo, nel 1970, la collezione è stata trasferita qui da Prato». Anche per sottolineare il ruolo della natura all’interno della collezione, specie dopo i fatti del 2015, il progetto — nato inizialmente dal dialogo tra Mati, Gori e l’ingegnere Mirko Bianconi — ha contemplato fin da subito la costruzione di una serra. Come la voliera ottocentesca di Bartolomeo Sestini all’interno del parco rappresenta l’unica opera architettonica realizzata dal poeta nell’arco della sua vita, anche Veronesi ha creato La Serra attingendo al suo «passato» da architetto (si è laureato a Firenze in questa disciplina, nell’85). «Per farlo mi sono ispirato al tema di un vecchio esame universitario sul paraboloide iperbolico, che è un simbolo della resistenza per forma: un concetto che per me è espresso anche dalla poesia», spiega.
Per la sua opera prima da architetto, Veronesi ha costruito un padiglione in acciaio inox e vetro, al cui interno trova spazio un semenzaio destinato a ospitare le piantine dei poeti: dai limoni di Montale alle rose di Pasolini. Con loro sono celebrati anche Mario Luzi, Giacomo Leopardi, Dante e Petrarca: a 30 poeti italiani scomparsi, custodi di una tradizione ancora viva, sono dedicati infatti i 30 cipressi varietà Bolgheri che compongono Focus di Mati. «L’intervento è una sorta di rappresentazione dell’infinito a Cel- le», precisa quest’ultimo, aggiungendo che «per Ungaretti la poesia non è tale se non ha in sé un segreto e i cipressi, il cui interno resta invisibile all’occhio di chi guarda, sono gli alberi giusti per celebrarla». A questi se ne aggiungeranno altri in futuro e La serra dei poeti che sarà inaugurata sabato costituirà un’opera viva e «in progress» nel parco.
Lo scrittore si è cimentato nella sua prima opera da architetto