Corriere Fiorentino

VIAGGIO NEL ’900 AL MUSEO CASAMONTI

Centodieci opere da Rosai a Castellani tra cui spiccano due Picasso, Burri, Manzoni La dimora rinascimen­tale accoglie da domenica 25 la collezione del gallerista Che dice: «Fontana? Quando lo comprai valeva poche centinaia di migliaia di lire»

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Stasera (dalle 19, preceduto da un riceviment­o) si inaugura alla Compagnia il Florence Korea Film Fest. In programma (dalle 20.30) la proiezione di

The Fortress, la pellicola storica ambientata nel 1636 durante la Seconda invasione Manciù della Corea e verrà presentata in anteprima europea dal regista Hwang Dong-hyuk. In un serrato dialogo con i suoi più fidati consiglier­i il re Injo, 16° re della dinastia Joseon, è dibattuto fra la decisione di resistere a tutti i costi contro un nemico più potente, oppure cedere alla diplomazia che lo costringer­ebbe ad una umiliante resa. Con un’accurata ricostruzi­one storica, il film indaga la guerra attraverso il filtro della diplomazia e della dialettica applicando­lo con successo all’azione.

Firenze può essergli grata anche se ieri il sindaco Dario Nardella non era presente all’inaugurazi­one della sua collezione (pare ci sia andato nei giorni precedenti). Roberto Casamonti apre alla città un museo dedicato al ’900 che contribuir­à a valorizzar­e anche le altre sedi espositive dedicate alla grande arte del secolo scorso: quella naturale in piazza Santa Maria Novella, il museo Marino Marini e Palazzo Strozzi, tutte le volte — come adesso — che la Fondazione guarda a quei giorni dell’arte.

La avevamo annunciata mesi fa e dal 25, l’operazione del patron della Galleria Tornabuoni diventa realtà. Al piano nobile del rinascimen­tale Palazzo Salimbeni, in piazza Santa Trinita, la prima parte della collezione di Casamonti — quella più recente dagli anni ‘60 del secolo scorso a oggi la vedremo il prossimo anno — sarà visitabile dal mercoledì alla domenica dalla 11,30 alla 19 (non è necessaria ma è gradita la prenotazio­ne da fare su prenotazio­ni@collezione­robertocas­amonti.it). La scelta delle opere fatta con Bruno Corà che ne ha curato l’allestimen­to ci porta lungo un percorso che parte da fine ’800-inizi ’900 con Boldini, Fattori (In Da sapere

Una delle sale del museo che ospita la collezione Casamonti aperta al pubblico dal 25 marzo. Da sinistra spiccano «Favoloso su nero n°2» e «Negativo e positivo» di Carla Accardi e, al centro, «Marte» di Ettore Colla La collezione sarà visitabile dal mercoledì alla domenica, dalla 11,30 alla 19: non è necessaria, ma è preferibil­e la prenotazio­ne da inviare prenotazio­ni@ collezione­rober tocasamont­i.it. ricognizio­ne), Balla (Serata Nera) fino alla fine dei ‘60 con Dittico Rosso di Enrico Castellani, il bronzo Folla di Giò Pomodoro e un Warhol. Ma ci sono anche Braque, Le Cobusier, Capogrossi. Tutti i grandi della prima metà del ‘900 italiano sono presenti (una delle cinque sale è dedicata alle scuole straniere). Per dire, ci sono 5 Fontana «acquistati — dice Casamonti — quando costavano qualche centinaio di migliaia di lire e nessuno lo apprezzava». L’incipit, dopo due grandi sculture all’ingresso di Arnaldo Pomodoro e Giorgio De Chirico è un omaggio al suo babbo e alla nascita della sua passione per l’arte: «A dieci anni andai con mio padre da Rosai che gli avrebbe fatto un ritratto— ha raccontato il gallerista — e allora mi sono innamorato dell’arte». Il Ritratto di Enzo Casamonti è del ‘52. Nel percorso ci sono molti De Chirico — pre e post metafisica. Ci

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