Dalla cantina alla cassaforte: il vino bene rifugio
Sempre più investimenti in etichette pregiate: da Pandolfini l’ultima asta va oltre il milione di vendite
«I grandi vini sono un investimento, con un mercato consolidato e la stessa valutazione a Firenze, a Hong Kong o a Londra. E alle nostre aste il 99% del lotti è stato aggiudicato». A Palazzo Ramirez Montalvo, a Firenze, la settimana scorsa Pandolfini ha tenuto la prima sessione 2018 di vendita di vini pregiati, che ha segnato un successo eccezionale: il 96,3% dei lotti venduti ha raccolto il 165% delle stime, equivalente a un totale di oltre un milione di euro. Le aste di grandi vini si confermano un settore in espansione. «Il dipartimento di vini pregiati e da collezione della Casa d’Aste Pandolfini è nato nel 1999, da una collaborazione con la guida Gambero Rosso a Roma: dopo un paio di anni abbiamo iniziato a vendere a Firenze — racconta Francesco Tanzi, capo del dipartimento — Negli ultimi 10 anni il settore è cresciuto, tanto che siamo passati da una a tre aste all’anno». «I vini valgono il 5% del nostro fatturato, che nel 2017 è stato di oltre 28 milioni — spiega Pietro De Bernardi — grazie soprattutto ai dipinti antichi e moderni, che hanno fatto più di 7 milioni, i gioielli, gli orologi e l’arte contemporanea. Nel 2017 per la prima volta abbiamo realizzato un’asta di auto d’epoca, dopo la nascita nel nostro specifico dipartimento, con un successo e una partecipazione che non mi aspettavo. Oltre 300 possibili acquirenti sono venuti di persona a Firenze per l’evento, come una volta». Oggi, accanto al banditore ed al telefono è la rete il mezzo più usato per fare acquisti, approfittando delle dirette streaming, anche se alcuni collezionisti continuano a salire le scale di Palazzo Ramirez Montalvo per partecipare di persona, anche perché Pandolfini è la più importante casa d’asta per i vini pregiati e da collezione in Italia, assieme a Bolaffi e Gelardini&Romani. «Sono collezionisti, privati, ristoratori, broker che animano le vendite — aggiunge Tanzi — perché certi vini si trovano solo alle aste, con le massime garanzie e la provenienza da luoghi in cui sono stati conservati perfettamente. Potremmo vendere intere cantine insieme, tanti ce le chiedono, ma noi vendiamo sempre a lotti». L’asta della scorsa settimana è stata preceduta da una degustazione di cuvées di champagne della maison Perrier Jouët e il top dell’incanto sono stati due assortimenti di 12 bottiglie Romanée Conti, con base d’asta 18.000/28.000 euro. «Le grandi etichette per investire sono sempre quelle, una ventina in tutto il mondo, che in un mercato globale restano una certezza, ed anzi spesso aumentano di valore», conclude Tanzi. Bottiglie, tra i vini toscani, come Masseto, Sassicaia o Soldera.
I numeri De Bernardi: il settore vale il 5% del nostro fatturato. Una ventina le etichette più cercate