Corriere Fiorentino

Dabo-Veretout, un muro francese (l’alternativ­a a Badelj funziona)

- Matteo Magrini

Non saranno Vieira e Deschamps, ça va sans dire. Eppure, a Udine, hanno convinto. E l’uso del francese non è casuale. Jordan Veretout e Bryan Dabo. Ieri, Pioli, ha deciso di sorprender­e. In pochi, infatti, avevano immaginato la presenza dal primo minuto del mediano arrivato a gennaio dal Saint Etienne.

Non era mai successo e, fino a oggi, l’allenatore gli aveva concesso soltanto qualche spezzone di partita. Venti minuti (da terzino) con l’Atalanta, nel giorno del suo esordio in Serie A, altri 20’ col Chievo, fino ai 38’ di sabato scorso.

Una mezz’ora abbondante nella quale Dabo era riuscito a conquistar­si l’affetto e la simpatia del Franchi. Con quella corsa un po’ così, quelle spalle larghe così, e quei piedi un po’ così e così. Le prime apparizion­i avevano lasciato perplessi. Sabato no. Il suo ingresso in campo era stato positivo ma in pochi gli avevano dato il giusto peso. «È entrato quando la gara era ormai finita e i ritmi si erano abbassati al minimo», dicevano. Vero. Ecco perché, per capire se questo colosso possa davvero rappresent­are un valore aggiunto, c’era bisogno di una conferma. Che è arrivata ieri.

La sua è stata una prestazion­e «piena». Messo lì, davanti alla difesa, Dabo è una specie di piovra. Merito delle lunghe leve, che gli permettono di arpionare diversi palloni, e di muscoli quadrati. Il suo contributo in fase di non possesso è stato fondamenta­le. Compresi un paio di interventi risolutori, nel primo tempo, nell’area di rigore viola. Non solo rottura, però. La sua forza, palla al piede infatti, gli ha spesso permesso di spostare in avanti il baricentro della squadra e, nella ripresa, ha avuto anche l’occasione per segnare. Peccato che ad anticiparl­o, quando di testa avrebbe potuto colpire a botta sicura, sia stato il compagno Pezzella. Per Dabo, comunque, è un bel momento. Prima l’esordio con la Nazionale del Burkina Faso, quindi le due belle prove in viola.

E poi Veretout. Quello segnato ieri è il quinto gol in campionato, che diventano sette contando i due realizzati in Coppa Italia. Tanta roba, per un centrocamp­ista. E freddezza dal dischetto (dopo l’errore di Torino) ritrovata. Senza dimenticar­e il resto. Il solito lavoro a tutto campo che, nei mesi scorsi, ha portato qualcuno a paragonarl­o addirittur­a a Nainggolan. Parallelo eccessivo, forse, ma certo il francese è, per rendimento, uno dei migliori centrocamp­isti della Serie A. E quei 7 milioni spesi per prenderlo, ora, paiono spiccioli. Così come i 3 investiti per Dabo, che non sembrano sprecati. I due, tra l’altro, si erano già incrociati al Saint Etienne. Storia della stagione scorsa. Titolare Veretout, alternativ­a Dabo. Come a Firenze. Fino a ieri. E a una prima volta insieme che meglio non poteva andare. Anche alla luce della lunga assenza di Badelj.

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 ??  ?? Insieme A sinistra Pioli dà indicazion­i a Dabo, che ieri ha giocato un’ottima partita dal primo minuto. Sopra e sotto Veretout, autore della rete del vantaggio su calcio di rigore
Insieme A sinistra Pioli dà indicazion­i a Dabo, che ieri ha giocato un’ottima partita dal primo minuto. Sopra e sotto Veretout, autore della rete del vantaggio su calcio di rigore

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