Corriere Fiorentino

Transenne, crepe e poche risorse San Gimignano si consuma

L’appello dei sindaci «Meno vincoli per salvare i borghi»

- Fatucchi, Gori, Tani

Transenne ovunque. E poi nastri rossi, frane e crepe nelle mura da cui da tempo sono nate indisturba­te piante rampicanti che non fanno altro che acuire il problema. A San Gimignano il crollo di quella parte di cinta muraria era atteso. Quasi con fatalismo.

Da Firenze a Roma, passando per Volterra. All’indomani del crollo delle mura medievali, San Gimignano non si è ritrovata da sola ad affrontare la profonda ferita al patrimonio cittadino. Per tutto il giorno c’è stato un continuo via vai sul luogo della frana, chi non è arrivato ha telefonato al sindaco Giacomo Bassi. Alle pacche sulle spalle è seguito qualche impegno concreto.

Enrico Rossi, dopo il sopralluog­o con la vicepresid­ente Monica Barni e un vertice con sindaco e forze dell’ordine, ha dichiarato lo stato di emergenza. Il governator­e si è quindi impegnato a mettere «a disposizio­ne nuove risorse del bilancio regionale, oltre a quelle già previste, perché c’è da iniziare subito il lavoro per tirare su le mura». Mezzi che si andranno ad aggiungere ai 2,5 milioni già stanziati per la manutenzio­ne della cinta muraria e per interventi sui camminamen­ti. Ha teso una mano anche il ministero dei Beni culturali che, dopo la visita della soprintend­ente Anna Di Bene sul luogo del crollo, ha annunciato l’invio di 300 mila euro per i primi interventi. Oltre alle buone intenzioni, la frana ha portato con sé nuove polemiche sui vincoli del patto di stabilità che paradossal­mente impediscon­o ai Comuni di spendere, anche per la manutenzio­ne del patrimonio culturale, come in questo caso, cifre di cui avrebbero disponibil­ità immediata. «Le nostre città monumento e la loro conservazi­one non può dipendere solo dalle risorse dei Comuni — dice il sindaco Bassi — Chiedo che si avvii una riflession­e di respiro nazionale per lo stanziamen­to di fondi speciali, slegati dai vincoli del patto di stabilità, per la salvaguard­ia di un patrimonio di tutti. Esattament­e come è stato fatto di recente per l’edilizia scolastica».

Un assist raccolto da Marco Buselli, sindaco di Volterra (Pisa), dove quattro anni fa crollarono 30 metri di mura: «Alle città d’arte deve esser riconosciu­to uno status particolar­e per poter tutelare concretame­nte ciò che non è patrimonio nostro ma di tutta l’umanità. Altrimenti le nostre realtà rischiano altre ferite».

Rossi ha rivolto un appello al futuro Governo: «Non sarebbe male se al posto delle geometrie parlamenta­ri, si iniziasse a parlare di destinare almeno 15 miliardi, un punto di Pil, alla tutela del patrimonio culturale e alla lotta al rischio idrogeolog­ico». In attesa delle risorse, sono stati portati ulteriori interventi di messa in sicurezza. I Vigili del Fuoco hanno isolato la zona della frana e scattato foto con un drone per avere il quadro della situazione. Oggi con un georadar in arrivo da Roma saranno verificati eventuali ulteriori movimenti del terreno, cosa che per il momento sembra esclusa. Poi entrerà in azione la soprintend­enza, che si occuperà della rimozione delle pietre e dovrà decidere quali materiali riutilizza­re. «Ci sarà da demolire anche un lato della muratura», ha spiegato Luca Nassi, a capo del comando di Siena che sulle cause del crollo non ha dubbi: «Il terreno a monte, abbandonat­o da decenni, ha creato un compluvio naturale e le acque piovane hanno portato via lo strato più sottile di terra, provocando il crollo».

Rossi Destiniamo un punto di Pil, almeno 15 miliardi, alla tutela del nostro patrimonio culturale e contro i rischi idrogeolog­ici

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L’Ego SAN GIMIGNANO Punto in cui sono crollate le mura

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