Polpette avvelenate, allarme dall’Anconella a Grassina
Esche con chiodi e bocconi killer anche in via Pisana e via di Soffiano. Un cane ucciso e due in fin di vita
Granaglie con vetro, ami uncinati nascosti in pezzi di carne, pastoni alla stricnina come esche o bocconi avvelenati. Le vittime: cani e gatti. Le scene del crimine: giardini, strade periferiche. Il database delle guardie zoologiche di Firenze, coordinate dal comandante Alessandro Quercioli, si arricchisce di elementi utili a definire una mappa del rischio. E proprio in questi giorni bisogna registrare l’ennesima uccisione di un cane con una polpetta impastata col veleno. Altri due, invece, sono in fin di vita.
La piaga dei bocconi avvelenati riguarda l’intero territorio fiorentino ma anche l’hinterland, dove sono state ritrovate le micidiali spugne fritte e le polpette condite con il lumachicida. Le aree verdi dove sarebbe bene fare attenzione, o non andare proprio, sono l’Anconella, via Pisana, al giardino del Boschetto in via di Soffiano, in alcuni punti delle Cascine e anche all’Isolotto. Ma la situazione più critica si registra a Bagno a Ripoli dove Enpa e la polizia municipale stanno indagando su alcuni ritrovamenti — una decina almeno — che hanno gettato nel panico tutti i proprietari di animali che vivono in quella zona, soprattutto quelli di Grassina (dove si è registrato il decesso), Picille, via di Fattucchia e via del Padule (a confine con via di Villamagna).
«Abbiamo sequestrato una serie di esche che ora stiamo facendo analizzare dall’Istituto zooprofilattico di Firenze — spiega Quercioli — Ma qualche dato lo abbiamo già: i bocconi in nostro possesso sareb- bero stati impastati con lumachicida o con veleno per topi, prodotti di facile reperibilità». Ma forse ai killer di cani e gatti sarà bene ricordare che chi uccide o tenta di uccidere un animale è punito con la reclusione da 4 mesi a due anni più una serie di sanzioni amministrative previste da un’apposita legge regionale. Infine, «se il cane dovesse ingerire un’esca — dice Enrico Loretti, presidente dell’Ordine dei veterinari di Firenze e Prato — bisogna farlo vomitare subito, anche con acqua e sale, e poi portarlo dal medico».
Le indagini
Le guardie zoologiche di Firenze stanno mettendo a punto una mappa del rischio